Il governo nazionale ha deliberato lo stato d’emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia. Stanziati i primi 20 milioni di euro. Gli interventi di Musumeci e Schifani.
Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato per 12 mesi lo stato di emergenza nazionale legato alla crisi idrica in Sicilia. E’ stato disposto un primo stanziamento di 20 milioni di euro per sostenere i primi immediati interventi. Lo scorso 26 aprile il governo regionale ha spedito tutta la documentazione necessaria. Nel dossier sono prospettate le soluzioni per tamponare la crisi idrica proposte dalla ‘cabina di regia’, istituita e presieduta da Schifani e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina. I territori maggiormente interessati dalla grave e perdurante siccità e dal prosciugamento delle fonti di approvvigionamento sono le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. E l’ex presidente della Regione spiega: “Si tratta di un primo stanziamento. Altre risorse saranno rese disponibili man mano che la Regione procederà nei pagamenti. Ovviamente gli interventi riguardanti il settore agricolo e quello delle infrastrutture idriche rientrano nelle competenze di altri ministeri, come abbiamo chiarito al presidente della Regione Schifani, che ha partecipato alla seduta del Governo”. E Schifani commenta: “Ringrazio il governo per la sensibilità dimostrata e il ministro Musumeci per lo stanziamento dei primi 20 milioni di euro, e per l’impegno a implementare le risorse in tempi brevi nel solco di uno stretto rapporto di collaborazione tra Regione e governo nazionale. Il governo siciliano ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari. Tra quelli di rapida attuazione vi sono l’acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali. Poi circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte, la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass. Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori di Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e di Trapani, operazioni che richiederanno tempi e procedure di gara più lunghe, non essendoci deroghe sostanziali in materia ambientale e di appalti sopra soglia comunitaria. Nello stesso tempo, la Protezione civile regionale ha istituito nove tavoli tecnici negli uffici del Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia, con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell’Autorità di bacino. I tavoli hanno individuato e selezionato gli interventi secondo priorità e poi procederanno al monitoraggio delle fasi realizzative. Inoltre, diverse riunioni sono già state svolte con Siciliacque, Aica Agrigento, Caltacque e Acque Enna”.