L’inchiesta “Anno Zero” contro una presunta rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, compreso un cognato. In Appello inflitti 115 anni di carcere.
Il 19 aprile del 2018 è stato il giorno dell’operazione antimafia nel Trapanese intitolata “Anno Zero”, tra i mandamenti di Castelvetrano e di Mazara del Vallo, e i clan di Campobello di Mazara e Partanna. Carabinieri e Polizia notificarono 21 misure cautelari a presunti favoreggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro, che avrebbero ricamato la fitta rete di complicità e protezione ruotata intorno all’ex ricercato adesso defunto dopo la cattura. Furono arrestati anche Gaspare Como e Saro Allegra (poi deceduto per un aneurisma il 13 giugno del 2019 a 65 anni di età), cognati di Messina Denaro perché hanno sposato due sorelle di lui, Bice e Giovanna. Sarebbero stati i cognati a stringere tra le dita l’ago del cucito della maglia dei favoreggiatori della latitanza del capomafia. Gaspare Como sarebbe stato il reggente del mandamento di Castelvetrano, e Saro Allegra si sarebbe occupato della parte finanziaria, in presunta combutta con un imprenditore del settore delle scommesse on line, Carlo Cattaneo, anche lui arrestato, che avrebbe recapitato tanto denaro alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Da una delle conversazioni intercettate emerse il grado di venerazione verso Messina Denaro. Infatti un intercettato ripete: “E’ come Padre Pio”. Ebbene adesso la Corte d’Appello di Palermo ha emesso la sentenza di secondo grado al processo ordinario, che conferma l’impianto accusatorio retto innanzi al Tribunale, e riduce solo alcune delle condanne inflitte in primo grado il 15 febbraio del 2022 dal Tribunale di Marsala. Ordunque:
a Vittorio Signorello, di Castelvetrano, è stata ridotta la pena da 21 a 18 anni di reclusione.
Giuseppe Accardo di Campobello di Mazara da 7 a 5 anni di carcere.
Vito Bono di Campobello di Mazara da 17 a 11 anni.
Gaspare Como di Castelvetrano da 25 a 22 anni.
Giovanni Mattarella di Mazara del Vallo da 17 a 10 anni.
Dario Messina di Castelvetrano da 25 anni a 22 anni e 6 mesi.
E poi sono state confermate le pene inflitte a:
Maria Letizia Asaro di Castelvetrano 4 anni,
Carlo Cattaneo di Castelvetrano 16 anni,
Bruno Giacalone di Mazara del Vallo 17 anni,
Calogero Giambalvo ex consigliere comunale di Castelvetrano 4 anni,
Carlo Lanzetta di Castelvetrano 4 anni,
Nicola Scaminaci di Castelvetrano 4 anni.
La Procura Generale a conclusione della requisitoria ha invocato la conferma “in toto” del verdetto del Tribunale, per 166 anni complessivi. La Corte d’Appello invece ne ha inflitti 115.