La deputata nazionale del Movimento 5 Stelle, l’agrigentina Ida Carmina, annuncia: “Sulla crisi idrica in Sicilia siamo ormai al codice rosso. Presenterò una interrogazione urgente al Ministro Musumeci. Decenni di mala politica regionale, con gestioni del servizio idrico poco illuminate e clientelari, hanno riportato i siciliani alla grande sete. Piena solidarietà ai sindaci e alle comunità in sofferenza”. E poi Carmina prosegue: “Se a tutto ciò aggiungiamo la dismissione troppo frettolosa dell’Eas e l’affidamento del servizio idrico a una società mista Siciliacque Spa, autentico monopolista in Sicilia, società di sovra ambito primo fornitore in Sicilia dal 2004, troviamo le origini del disastro. Una convenzione del governo regionale dell’epoca ha affidato per 40 anni la fornitura dell’acqua pubblica in Sicilia al monopolista che vende acqua all’ingrosso a prezzi decisamente fuori mercato, 0,69 euro a metro cubo. Addirittura un costo superiore al 65% di altre zone del Paese. Altro tasto dolente è la dispersione idrica di oltre il 50% a causa delle reti fatiscenti, l’abbandono dei 4 dissalatori in Sicilia e lo sfacelo del mini-dissalatore di Porto Empedocle, uno sperpero di denaro pubblico con l’aggravante che una eventuale riattivazione avrà costi rilevanti. E’ tempo che il Governo Meloni agisca con urgenza e trovi risorse e soluzioni immediate per ripristinare il primo dei diritti primari: l’erogazione dell’acqua per gli usi domestici e per il comparto turistico, agricolo e zootecnico”.