In sede di udienza di convalida dell’arresto e di interrogatorio di garanzia, innanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere l’architetto Massimo Gentile e il tecnico radiologo Cosimo Leone, arrestati mercoledì scorso e indagati di associazione mafiosa per avere favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Ha invece risposto il terzo indagato anche lui arrestato, l’operaio agricolo Leonardo Gulotta, che avrebbe ceduto il suo numero di cellulare al boss dal 2007 al 2017. Ebbene, accogliendo le istanze del suo difensore, l’avvocato Mariella Gulotta, il giudice ha modificato il capo d’imputazione: nel 2007, infatti, l’indagato era minorenne e quindi la Procura non avrebbe potuto procedere nei suoi confronti. La contestazione adesso comprende solo il periodo compreso tra il 2014 e il 2017.