A Giuseppe Graviano, detenuto al 41 bis nel carcere di Terni, sono stati restituiti tre libri inizialmente ritiratigli. Si tratta di due volumi della collana sulla mafia de “La Gazzetta dello Sport” (uno sulla storia di Cosa Nostra e l’altro su Totò Riina), e il libro “A colloquio con Gaspare Spatuzza” della sociologa Alessandra Dino. La Corte d’Appello aveva ritirato i libri a Graviano “per – si legge nella motivazione – il pericolo di acquisire da essi informazioni e notizie che potevano essere utilizzate per elaborare strategie e impartire disposizioni nell’ambito del contesto mafioso di appartenenza per come riconosciuto in precedenti giudizi”. La difesa di Graviano ha impugnato il provvedimento in Cassazione, che ha accolto il ricorso, e ha scritto: “Il provvedimento impugnato non ha spiegato le concrete e specifiche ragioni per le quali, dall’utilizzo dei libri, deriverebbe un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica avendo soltanto effettuato un generico riferimento alla possibilità di acquisire informazioni e notizie sulle vicende trattate che potrebbero essere utilizzate per elaborare strategie ed impartire disposizioni nell’ambito del contesto mafioso di appartenenza senza alcuna specifica indicazione al riguardo, considerato anche lo speciale regime al quale è sottoposto il ricorrente”.