Al processo a carico del medico Tumbarello ha deposto il luogotenente dei Carabinieri del Ros, Francesco Nasca, e ha raccontato il decorso clinico di Matteo Messina Denaro.
In occasione di un’altra udienza del processo a carico del dottor Alfonso Tumbarello, 71 anni, il medico di Campobello di Mazara che avrebbe assistito Matteo Messina Denaro latitante e malato di cancro, ha deposto il luogotenente dei Carabinieri del Ros, Francesco Nasca. E ha raccontato come il boss ha scoperto la sua malattia, il tumore al colon. “Con una colonscopia – ha spiegato – effettuata il 3 novembre del 2020 nello studio medico del dottor Bavetta, a Marsala, dopo essere stato preda di un blocco intestinale”. A Tumbarello si contestano i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati medici a nome di “Bonafede Andrea, classe 1963, di Campobello di Mazara, malato oncologico”, tramite cui Messina Denaro si è sottoposto ad accertamenti diagnostici, interventi chirurgici e cure. E il luogotenente Nasca, rispondendo alle domande del pubblico ministero Gianluca De Leo e del presidente della sezione penale del Tribunale, Vito Marcello Saladino, ha aggiunto: “Messina Denaro è stato ricoverato all’ospedale di Mazara del Vallo il 5 novembre 2020, dove fu operato il 9 e dimesso il 13. A compilare la scheda di accesso fu il dottor Giacomo Urso, il chirurgo che l’ha operato. A fornire un supporto logistico fondamentale è stato il cugino omonimo di Andrea Bonafede, classe ‘69, che va a prendere le ricette da Tumbarello, si intesta un’utenza telefonica che cede a Messina Denaro durante il ricovero a Mazara del Vallo, e lo accompagna prima all’ospedale mazarese e poi, il 9 dicembre 2020, all’ospedale di Trapani per un consulto oncologico con il dottor Zerilli”. E Nasca prosegue: “A Trapani Messina Denaro fa una Pet l’11 gennaio 2021 e il 19 avvia la chemioterapia alla clinica ‘La Maddalena’ a Palermo, dove è ricoverato il 2 maggio per un altro intervento chirurgico per metastasi al fegato. Ai fini dell’anamnesi, dice ai medici che il padre è morto di infarto a 70 anni. E Francesco Messina Denaro è deceduto per infarto proprio a 70 anni, mentre il padre di Andrea Bonafede è morto ad un’età diversa. E anche la patologia indicata per la madre dal paziente Messina Denaro, che sulla carta era Andrea Bonafede classe ’63, corrisponde a quella della madre di Matteo Messina Denaro” – ha concluso Nasca. Una seconda occlusione intestinale, per l’ampliamento della massa tumorale, insorse il 6 agosto del 2023, quando Messina Denaro fu ricoverato d’urgenza per il necessario intervento chirurgico nell’ospedale “San Salvatore”, a circa 7 chilometri dal carcere “Costarelle” dove è stato detenuto. E poi è stato trasferito in Rianimazione. Poi è subentrato un grave sanguinamento con conseguente collasso e compromissione dei parametri vitali. Poi stop alle cure anticancro a causa del fisico troppo debilitato, poi il coma irreversibile e lo stop all’alimentazione forzata con il sondino. Sotto traccia un testamento biologico, ovvero il “no” espresso dal boss ad essere rianimato, il “no” ad essere sottoposto ad accanimento terapeutico, ma solo sedato e idratato, fino alla morte, il 25 settembre.