Dopo la bocciatura della riforma delle Province, si lavora all’elezione di secondo livello di presidente e consiglieri provinciali. Schifani incassa l’ok di Lombardo.
Dopo la bocciatura in Assemblea Regionale del disegno di legge di riforma delle Province con il ripristino dell’elezione diretta, quindi di primo livello, di presidente e consiglieri provinciali, e dopo la verifica di governo rinviata a dopo le elezioni Europee, l’ipotesi di rimedio a cui si lavora adesso è l’elezione indiretta, ovvero il secondo livello: presidente e consiglieri provinciali sono eletti solo dagli amministratori locali, tra sindaco e consiglieri comunali, di ciascun Comune della provincia interessata dal voto. Su tale fronte è impegnato il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha già incassato la fiducia da parte dell’ex presidente della Regione, e leader del Movimento per l’Autonomia, Raffaele Lombardo, che si è manifestato favorevole all’elezione indiretta a giugno in attesa che a Roma si approvi la legge nazionale di riforma. E ciò con l’obiettivo di superare la fase dei commissariamenti delle Province che si protrae da oltre un decennio. Schifani e Lombardo hanno concordato anche sulla istituzione di un apposito tavolo di confronto tra i rappresentanti della maggioranza di centrodestra, che si riunisca periodicamente per discutere e condividere l’azione di governo a supporto del presidente della Regione. Nel frattempo la bocciatura della riforma a Sala d’Ercole ha determinato inevitabilmente una ulteriore proroga, l’ennesima, fino al 31 dicembre, degli attuali commissari in carica: Giovanni Bologna (Agrigento), Vitalba Vaccaro (Caltanissetta), Carmen Madonia (Enna), Patrizia Valenti (Ragusa), Mario La Rocca (Siracusa) e Maria Concetta Antinoro (Trapani). Nelle tre Province metropolitane, quindi Palermo, Catania e Messina, i rispettivi sindaci sono contestualmente anche commissari delle Province. Prima di procedere all’elezione di secondo livello occorre decidere la data delle Amministrative in Sicilia. Al momento il governo non si è ancora pronunciato anche se appare scontato che si opti per l’election day, accorpando il voto per le Amministrative alle Europee dell’8 e 9 giugno. L’opposizione osserva alla finestra quanto accade tramite i deputati del Movimento 5 Stelle, il licatese Angelo Cambiano e Martina Ardizzone, commenta: “Il tema non è elezioni dirette o indirette ma l’assenza di risorse per gli enti. I partiti continuano a preoccuparsi e a decidere, nelle segrete stanze, solo della modalità delle elezioni, ignorando che le Province oggi non hanno trasferimenti sufficienti. Per quanto riguarda la modalità, non ci sono alternative alle elezioni di secondo livello: lo impone la Corte costituzionale” – concludono. In favore delle elezioni di secondo grado si sono già espressi Fratelli d’Italia e Movimento per l’Autonomia, mentre la Democrazia cristiana mira ancora alla reintroduzione dell’elezione diretta.