Clamorosa bocciatura col voto segreto all’Assemblea Regionale del disegno di legge di riforma delle Province. Dopo la “salva ineleggibili” è il secondo ko della maggioranza.
Il governo Schifani e la maggioranza di centrodestra all’Assemblea Regionale ancora ko a Sala d’Ercole. Dopo la bocciatura della norma battezzata “salva ineleggibili”, sponsorizzata in primis da Fratelli d’Italia, con conseguente paventata crisi poi tamponata, adesso è stato bocciato anche il disegno di legge di riforma delle Province con il ripristino dell’elezione diretta del presidente della Provincia e dei consiglieri provinciali, previsto nell’articolo 1. E sul voto segreto all’articolo 1, con 25 voti a favore e 40 contrari, è caduta la maggioranza. Il testo, appena rientrato in Commissione Affari Istituzionali per imprecisati approfondimenti, e poi riapprodato in Assemblea, è naufragato. Raffica di reazioni da parte delle Opposizioni, che hanno contestato nel merito la riforma delle Province in Sicilia ritenendo, inoltre, necessario che si attendendesse prima l’approvazione a Roma della nuova legge sulle Province al posto della “Delrio”, e che poi la si recepisse approvandola anche in Sicilia. Nuccio Di Paola, deputato e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle: “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula. La prima volta con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, e adesso con l’altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle Province regionali e delle relative poltrone. Ci sono ben altre emergenze di cui dobbiamo occuparci come rappresentanti dei siciliani: dalla viabilità all’agricoltura, da quella della sanità alla crisi di liquidità delle famiglie. I siciliani non possono più aspettare e non sanno cosa farsene della moltiplicazione delle poltrone”. Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord: “E’ giunto il momento di voltare pagina e di scegliere un presidente degno di questo nome. Alla luce di quanto è successo il presidente Schifani non può che dimettersi. C’è di mezzo la credibilità della Sicilia. D’altronde lui stesso aveva affermato entrando in aula che si sarebbe dimesso in caso di voto negativo: sia coerente e si dimetta”. Totò Cuffaro, segretario nazionale della Democrazia Cristiana: “Suscita grande sconcerto il voto dell’Assemblea Regionale che, nei fatti, blocca il percorso del disegno di legge per l’elezione diretta degli organi delle Province. Di fronte a partiti di maggioranza compattamente schierati per raggiungere l’importante obiettivo, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbiamo registrato, incredibilmente, scelte di segno opposto di diversi deputati della stessa maggioranza. Con la complicità del voto segreto qualcuno è stato, evidentemente, guidato da ben altri intendimenti e, probabilmente, preoccupato dalla possibilità di restituire ai cittadini la parola sul governo delle Province. Sarebbe stato opportuno che chi non voleva il ritorno delle Province lo dicesse per tempo, evitando la vergogna a cui abbiamo assistito in Aula. Chi ha votato contro non ha tenuto conto dello stato indecoroso di scuole, strade provinciali dissestate e divenute, a causa dei rifiuti, discariche a cielo aperto, anteponendo l’interesse proprio a quello dell’intera comunità”.