A seguito delle nomine dei 18 nuovi manager della Sanità in Sicilia non mancano le reazioni. Gli interventi della Cgil e del Partito Democratico, con Mannino e Catanzaro.
A seguito delle nomine dei 18 nuovi manager della Sanità in Sicilia, come prevedibile, non sono mancate le reazioni. La Cgil Sicilia le boccia come frutto del classico manuale “Cencelli”, e con poca attenzione alla parità di genere. Il segretario regionale del sindacato storicamente di riferimento della sinistra, Alfio Mannino, afferma: “Protagoniste sono state le logiche spartitorie. Adesso occorre riportare l’attenzione sui progetti e sui risultati. L’assessore regionale alla Salute convochi subito i sindacati e ci dica cosa si intende fare su temi importanti come la medicina del territorio, le stabilizzazioni, il piano sanitario, e le carenze di organico che in molte province rendono difficili le attività quotidiane nei pronto soccorso e negli ospedali”. E poi, in prospettiva Mannino aggiunge: “L’auspicio è che dopo la nomina dei manager si torni a parlare dei problemi della sanità siciliana. In questi 18 mesi abbiamo assistito a un balletto indecente sui nomi, a mancanza di trasparenza a partire dalle graduatorie, a uno scontro tutto politico che ha lasciato in ombra il diritto alla salute dei siciliani. Gli alibi sono finiti. Vedremo adesso quali saranno le indicazioni del governo e cosa questi manager saranno in grado di fare. Li aspettiamo alla prova dei fatti”. Toni più severi e inappellabili usa il capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale, l’agrigentino Michele Catanzaro, che denuncia: “La spartizione è stata completata. Al governo di centrodestra interessano poco i problemi quotidiani dei cittadini. Abbiamo assistito al teatrino delle nomine dei direttori delle Aziende sanitarie, mentre in molti ospedali, come quello di Sciacca, reparti importanti rischiano di chiudere. Infatti, l’unico medico in organico nell’unità operativa di oncologia ha deciso di trasferirsi all’Azienda sanitaria di Trapani. Stanco dei carichi di lavoro quotidiani ai quali da solo è sottoposto nelle attività di radioterapia e servizi ambulatoriali, il dirigente medico ha accettato un incarico a tempo determinato e tra pochi giorni lascerà il reparto. L’oncologia di Sciacca da mesi è in difficoltà per carenza di personale. E, dopo le accorate lettere aperte dei pazienti e dei loro familiari, l’Asp è intervenuta ma solo con azioni tampone, ovvero medici di altri ospedali a supporto per poche ore al giorno. Ora il reparto rischia di chiudere, con gravissime conseguenze per un bacino d’utenza di oltre 100 mila persone. Lo scorso dicembre, anche con una mia interrogazione, avevamo posto il problema all’attenzione del governo regionale. Di fronte ai malati che un bel giorno sono dovuti tornare a casa senza poter fare le terapie, invitavamo l’assessore regionale Giovanna Volo a fare un passo indietro e dedicarsi ad altro. E’ invece ancora al suo posto, nel cast degli attori che, chiusi nelle stanze del potere, decidono le sorti della sanità siciliana solo attraverso la spartizione delle poltrone, incuranti dei diritti sacrosanti dei cittadini”.