Ha patteggiato la condanna a 4 anni di carcere il ristoratore palermitano Mario Di Ferro, lo “chef dei vip”, imputato di detenzione di droga a fine di spaccio. Si avvarrà dell’affidamento in prova.
Lo “chef dei vip”, Mario Di Ferro, ha patteggiato la condanna. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Marco Gaeta, in accordo con le parti, quindi in “patteggiamento”, gli ha inflitto 4 anni di carcere per detenzione di droga a fine di spaccio. Ha già scontato 6 mesi di reclusione nel corso delle indagini. La pena non è superiore ai 4 anni e pertanto è praticabile l’affidamento in prova. E il difensore di Di Ferro, l’avvocato Claudio Gallina Montana, se ne avvarrà. Lo chef, che nel frattempo ha seguito un percorso di disintossicazione, pagherà anche 20.000 euro di multa. Gli altri imputati hanno scelto di essere giudicati in abbreviato. Lo saranno dal 6 marzo in poi i fratelli Salvatore e Gioacchino Salamone, attualmente in carcere. Sarebbero stati loro, amici d’infanzia dello chef, a fornire la cocaina a Di Ferro. I poliziotti della Squadra Mobile, appostati innanzi al ristorante gestito da Mario Di Ferro, “Villa Zito”, in via Libertà, hanno documentato in foto 29 cessioni di cocaina. Sotto processo anche tre ex dipendenti del ristorante: Gaetano Di Vara, Giuseppe Menga e Pietro Accetta, ai quali si contestano solo pochi episodi di spaccio in concorso con Di Ferro. Secondo la Procura di Palermo, “Villa Zito” sarebbe stata una sorta di alveare dove tante api, che i magistrati definiscono gravitanti nella “Palermo bene”, sarebbero state attratte coltivando la passione, se non il vizio, per la cocaina, assaporando cibi prelibati conditi a volte anche con la “polvere bianca”. Mario Di Ferro, arrestato il 29 giugno del 2023, si è difeso così: “Sono dispiaciuto per quanto accaduto, per la mia famiglia, per me stesso e per chi mi conosce. Non sono uno spacciatore, non ho mai guadagnato un euro. La droga è stata una cortesia, un favore per qualche amico. Ho sbagliato”. E poi lo chef, anche lui consumatore di stupefacenti, aggiunge: “Ho iniziato un percorso di recupero, mi sono lasciato il passato alle spalle. Ho deciso di cambiare vita nell’aprile del 2023, in occasione dei primi guai giudiziari”. Infatti, il 7 aprile del 2023 a Palermo Di Ferro e Giancarlo Migliorisi, capo della segreteria tecnica della presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, si sono incontrati in via Petrarca. I poliziotti della Squadra Mobile li hanno colti in flagrante, all’interno di un Range Rover, durante la cessione di 3 grammi di cocaina dietro il corrispettivo di 300 euro. Giancarlo Migliorisi avrebbe confermato agli investigatori di avere comprato altre volte la cocaina dopo essersi accordato telefonicamente con Di Ferro. Mario Di Ferro ha consegnato dosi di cocaina anche all’ex presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, che non è indagato, e che a domanda ha risposto: “Andavo da Di Ferro perché lui sapeva dove andare a prendere la cocaina. Non lo consideravo e non lo considero uno spacciatore. Perché è vero che Di Ferro mi chiede del denaro, ma solo perché lui comprava la cocaina e io dovevo pagarlo: una cortesia, un favore fra amici senza alcun interesse economico”.