L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, gli effetti previsti e auspicati, e le perplessità in Sicilia: l’intervento dell’Associazione dei Comuni.
Più o meno a breve il reato di abuso d’ufficio sarà soppresso se il Parlamento approverà l’apposito disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che prevede l’abrogazione del relativo articolo 323 del Codice penale. Il reato di abuso d’ufficio è denunciato da tanti come una delle prime cause della cosiddetta “paura della firma” da parte di sindaci e amministratori locali, con le conseguenze che ciò determina nella gestione e nel funzionamento degli enti locali, già tormentati da una burocrazia asfissiante. In Sicilia, in riferimento alla proposta di legge del ministro Nordio, non si nascondono perplessità. Il segretario regionale dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Mario Alvano, commenta: “Gli illeciti a cui è esposto un sindaco, sul piano contabile e penale, sono così tanti che l’abolizione di una singola norma di per sé non cambia molto. La cancellazione dell’abuso d’ufficio non è mai stata una richiesta della nostra associazione, e in ogni caso servirà tempo per valutarne gli effetti”. Coloro che sostengono l’abrogazione citano il basso numero di condanne sul totale dei procedimenti avviati per il reato di abuso d’ufficio. Secondo dati del ministero della Giustizia, nell’anno 2021, su 5.418 procedimenti, le archiviazioni sono state 4.613, dunque l’85% del totale. Le sentenze di condanna, invece, sono state poche decine, tra patteggiamento (9) e dibattimento (18). Ecco perché il ministro Nordio sottolinea in ogni occasione: “L’abuso d’ufficio è un reato evanescente, la cui abrogazione contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà un impatto favorevole sull’economia”. E ancora Alvano aggiunge: “L’abuso d’ufficio è un reato residuale, cioè viene formulato quando gli inquirenti non riescono a individuare altre fattispecie di reato. In troppi casi abbiamo visto amministratori inquisiti per molto tempo per l’ipotesi di abuso d’ufficio e poi prosciolti, con danno grave per la loro reputazione e per l’azione amministrativa. In questi processi si tende a individuare responsabilità penali esclusivamente in capo ai sindaci e a nessun altro. Come se il sindaco potesse essere passibile di responsabilità penale oggettiva, cioè in quanto sindaco, mentre come sappiamo la responsabilità penale è personale”. E dunque l’Anci Sicilia conclude: “Occorre semplificare il quadro normativo, per dare agli amministratori locali la possibilità di operare serenamente. Senza per forza arrivare all’abrogazione del reato. Tuttavia attendiamo sul tavolo le nuove norme. Vedremo cosa accadrà quando il quadro normativo sarà consolidato. Da parte nostra, quando un sindaco o un amministratore sbaglia è giusto che paghi. Quello che non è giusto è restare appesi in bilico per anni, a danno delle comunità amministrate”.