Molestie, minacce e danni, il processo, il vizio di mente, la libertà, ancora reati e carcere, la prospettiva della scarcerazione, la misura di sicurezza e l’intervento del giudice di Sorveglianza di Agrigento, Walter Carlisi.
Ad Agrigento è accaduto che una donna, Simona Vella, titolare del locale “Dacanto” in via Atenea, la scorsa estate si è sfogata sui social allorchè un suo persecutore, Salvatore Russotto, 28 anni, originario di Mussomeli e residente ad Agrigento, già autore di molestie, minacce e danni, inquisito e processato, è stato assolto per vizio di mente e reso libero senza alcuna restrizione. “Libero di riprendere la sua condotta, come ha già fatto” – ha scritto lei, perseguitata da anni. Dopo la restituzione della libertà, a Russotto è stato notificato il divieto di avvicinamento alla persona offesa e di comunicare con la vittima, applicandogli il braccialetto elettronico. Ebbene, durante la notte tra sabato 22 luglio e domenica 23 luglio scorsi, quando il locale è stato chiuso, lui si è recato sul posto, ha sfasciato tavoli e sedie, e ha tentato anche di sfondare la vetrata. Poi è andato nel luogo dove abita la ragazza, e le ha danneggiato l’automobile. I poliziotti della Squadra Volanti lo hanno arrestato, per aggravamento della misura cautelare disposto dalla Procura. A Russotto, recluso in carcere, sono contestati i reati di stalking, danneggiamento aggravato e violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Ebbene: la Procura di Agrigento si è adesso rivolta al Tribunale di Sorveglianza affinchè a Russotto, dopo una eventuale scarcerazione, sia applicata una misura di sicurezza per due anni, verosimilmente temendo una ulteriore scarcerazione e successiva reiterazione del reato. Il magistrato di Sorveglianza, Walter Carlisi, ha risposto subito “sì, ecco la misura di sicurezza: due anni in una Rems”, ovvero una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ossia una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Tuttavia lo stesso Carlisi si è sfogato altrettanto lui, e nel provvedimento tra l’altro ha scritto: “Il caso di specie è indicativo del fallimento dell’attuale sistema delle misure di sicurezza che ha voluto la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Non si può nascondere che l’unica speranza sia la permanenza della custodia in carcere dell’indagato. Le Rems rimangono, per come non sufficientemente realizzate e non sufficientemente organizzate, un acronimo privo di sostanza che, per fatto notorio, non trova applicazione proprio nei confronti dei soggetti più pericolosi, con la motivazione della carenza di posti”. Nel frattempo, su istanza del difensore di Russotto, l’avvocato Monica Malogioglio, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha disposto una perizia psichiatrica sul ventottenne.