Emergono altri dettagli nell’ambito dell’inchiesta dei Carabinieri e della Procura di Palermo sfociata nell’arresto di tre presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.
I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, lanciati dalla Procura di Palermo, hanno arrestato tre presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Ai domiciliari è stato ristretto l’imprenditore Giovanni Vassallo, 71 anni, già socio di Giuseppe Grigoli, l’ex re dei supermercati benedetto e sponsorizzato da Matteo Messina Denaro e poi collaboratore della giustizia. In carcere sono stati trasferiti Emilio Alario, 61 anni, scarcerato nel 2014 dopo avere scontato una condanna per associazione mafiosa, e Giuseppe Lodato, 32 anni, genero di Alario. L’inchiesta ha sollevato il sipario su assetti e affari del clan di Mazara del Vallo, storicamente alleato fedele di Messina Denaro, al quale ha assicurato aiuto logistico ed economico. In particolare, il pentito Attilio Fogazza ha raccontato che Giovanni Vassallo sarebbe stato contattato da Giovanni Scimonelli, rinomato e stimato imprenditore vitinicolo, fedelissimo di Messina Denaro, poi condannato anche per omicidio e in carcere dal 2015, affinchè procurasse al latitante un’abitazione in Tunisia. E sul soggiorno caldo in Tunisia di Messina Denaro, in viaggio su un gommone da Torretta verso le sponde africane, sono giunte diverse segnalazioni anonime durante la latitanza. Anche il padre, don Ciccio Messina Denaro, avrebbe viaggiato in gommone verso la Tunisia. I Carabinieri del Ros si sono recati pochi anni addietro in Tunisia seguendo gli affari nel settore della lavorazione del pesce della famiglia del boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Il fratello di Giuseppe Guttadauro, Filippo, detenuto all’ergastolo bianco, è cognato di Messina Denaro perchè ha sposato la sorella Rosalia. E per i Guttadauro ha lavorato Maria Mesi, una delle amanti del boss. E ancora il pentito Fogazza ha raccontato: “Ho assistito ad una discussione di Giovanni Vassallo con Scimonelli nella quale Vassallo, a seguito del sequestro di un centro di distribuzione alimentare di Castelvetrano, si preoccupava del fatto che avrebbero avuto difficoltà per concorrere, attraverso l’invio di denaro, a sostenere economicamente il latitante Messina Denaro”. E nell’ordinanza di custodia cautelare tra l’altro si legge: “Tra il 2010 e il 2012 Vassallo aveva intrattenuto costanti rapporti con persone che si recavano periodicamente in Tunisia”. E i Carabinieri del Ros hanno riscontrato intensi contatti tra Scimonelli e Gaspare Como, cognato di Messina Denaro perchè marito della sorella Bice, e che avrebbe anche lui gestito la comunicazione per il latitante. Dalle indagini emerge un controllo diretto e serrato delle attività, tra furti, rubando finanche tir carichi di pesce per finanziare la latitanza del boss, e poi estorsioni, mediazioni immobiliari, supermercati e aste giudiziarie.