Lo scorso 23 ottobre la Procura Generale della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, a conclusione della requisitoria, ha invocato la conferma della condanna emessa lo scorso 31 gennaio dalla Corte d’Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, che ha condannato a 21 anni di carcere Gaetano Rampello, 59 anni, di Raffadali, poliziotto in servizio al Reparto Mobile di Catania, arrestato il primo febbraio del 2022 dopo avere confessato l’omicidio, ritenuto premeditato, del figlio Vincenzo Gabriele, di 24 anni, sofferente di patologie psichiche. In piazza Progresso a Raffadali Rampello sparò contro il figlio 14 colpi con la pistola d’ordinanza. I giudici di primo grado hanno escluso le aggravanti della premeditazione e hanno riconosciuto le attenuanti generiche e della provocazione. Rampello, difeso dall’avvocato Daniela Posante, è stato altresì condannato a risarcire l’ex moglie, l’ex cognato e l’ex suocera che si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Alberto Agiato e Pietro Maragliano. Ebbene, adesso la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha dimezzato la condanna inflitta a Rampello, da 21 anni a 9 anni e 4 mesi. E ciò perché i giudici di secondo grado hanno accolto uno dei motivi del ricorso del difensore, l’avvocato Daniela Posante, che ha sollevato una complessa questione giuridica sul calcolo della pena legato, in particolare, alle attenuanti e alle aggravanti.