Siciliacque ha aumentato, utilizzando le acque dell’invaso Fanaco, di oltre 50 litri al secondo la fornitura idrica ad Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, a seguito dell’ennesima rottura delle pompe di sollevamento, gestite dall’Aica, presenti nella diga Castello. Il tempestivo intervento dei tecnici di Siciliacque ha scongiurato la crisi idrica in provincia di Agrigento, che Aica – ritiene Siciliacque – non avrebbe potuto fronteggiare e che avrebbe colpito in particolare la zona del carcere di contrada Petrusa. Siciliacque ha diffuso una nota in cui si legge: “Si è trattato di un intervento straordinario compiuto nel rispetto dei cittadini -utenti della provincia di Agrigento, nonostante l’ingente debito di Aica nei confronti di Siciliacque: oltre 16 milioni di fatture non pagate. Abbiamo già informato il prefetto e la Regione che questa situazione non può continuare, poiché potrebbe mettere a rischio la capacità della nostra azienda di erogare il servizio di fornitura idrica all’ingrosso in tutto il territorio regionale. Siciliacque, proprio in questi mesi, sta portando avanti un importante piano di investimenti, finanziato per oltre 100 milioni di euro coi fondi del Pnrr, per aumentare ulteriormente la resilienza del servizio in tutta l’Isola. Ad Aica, pertanto, chiediamo di rispettare gli impegni finanziari nei nostri confronti e di provvedere al più presto alla riparazione della stazione di sollevamento della diga Castello, alla luce del fatto che i maggiori quantitativi d’acqua non potranno essere erogati per molti giorni, poiché le scarse precipitazioni non ci permettono di utilizzare in modo indiscriminato le risorse provenienti dal Fanaco”.