La Procura di Palermo ha depositato istanza di rinvio a giudizio per violenza sessuale a carico di un cugino di Asia, la ragazza di 19 anni stuprata a Palermo lo scorso 7 luglio. I dettagli.
Asia è la ragazza di 19 anni vittima dello stupro di gruppo lo scorso 7 luglio al Foro Italico a Palermo. Lei ha appena mostrato il suo volto, in Tv, ospite di Nunzia De Girolamo, ad “Avanti Popolo”, su Rai 3. Ebbene, è emerso un terzo episodio di presunta violenza sessuale a suo danno. Un suo cugino, di 50 anni, è in pendenza di processo. Il pubblico ministero, Clio Di Guardi, ha depositato istanza di rinvio a giudizio a suo carico. La prima udienza preliminare è in calendario il 12 marzo, innanzi al giudice per le indagini preliminari, Stefania Brambille. Asia lo ha denunciato l’anno scorso. Lui nel giugno del 2022 avrebbe abusato di lei, con l’aggravante di avere utilizzato alcol e droga nel retro della sua pizzeria d’asporto. Lo scorso gennaio si è svolto l’incidente probatorio, ovvero il confronto tra tutte le parti in causa per cristallizzare le prove a rischio di deterioramento. E Asia ha raccontato: “Mi ha fatto bere cinque birre, poi sono stata male e sono caduta a terra. A quel punto mi ha fatto inalare qualcosa, probabilmente cocaina”. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Giovanni Di Trapani, si oppone così: “Suo cugino ha giurato di non averla toccata. Anzi: quella sera l’avrebbe riaccompagnata a Ballarò, nella casa dove conviveva con un ragazzo che avrebbe frequentato giri poco raccomandabili. E proprio il tentativo di suo cugino di sottrarla a una cattiva influenza sarebbe stato poco gradito dalla ragazza e l’avrebbe spinta a denunciarlo. E’ una situazione comunque tutta da chiarire per le incongruenze e contraddizioni nel racconto che farebbero propendere per l’estraneità ai fatti del mio assistito”. L’avvocato Di Trapani intende inoltre che sia acquisita agli atti del processo la registrazione della trasmissione su Rai 3 in cui Asia è stata ospite, soffermandosi però solo sullo stupro al Foro Italico il 7 luglio. E a Nunzia De Girolamo ha raccontato: “Mi sono dovuta allontanare da Palermo, la notte non dormo, appena scende il sole arrivano i brutti pensieri e piango. Quello che hanno scritto sui social, giudicandomi, mi ha fatto molto male: nell’ultima comunità dove sono stata hanno chiamato i carabinieri perché ho tentato di togliermi la vita. Mio padre, un tipo violento, mi ha abbandonato intorno ai 3 anni. Mia madre mi amava, poi è morta di sclerosi multipla quando io avevo 14 anni. Quindi sono stata in comunità. Quando sono uscita ho vissuto con un ragazzo, ma poi i genitori hanno detto di non potermi più tenere: lui mi abbandonò in piazza Indipendenza a Palermo promettendomi di tornare a prendermi. L’ho aspettato tre giorni, non l’ho più rivisto. Da allora ho cercato in un uomo una figura paterna, una persona che mi desse calore. E mi sono legata ad Angelo Flores, che poi sarà l’organizzatore dello stupro di luglio. Lui sapeva tutto di me, diceva che non mi avrebbe mai fatto male. Mi proteggeva, quando pioveva mi copriva, mi dava la sua giacca… Ero ossessionata da Angelo, mi ero innamorata. E la sera della violenza mi ero affidata a lui completamente. Quella sera avevo bevuto e non mi reggevo in piedi, Angelo e i suoi amici mi tenevano per le braccia, ma la gente che mi vedeva passare con quei ragazzi in quello stato non si è chiesta se stavo male… Il mio futuro? Voglio un lavoro, frequentare psicologia all’università e magari vivere a Milano”.