HomePoliticaCuffaro rilancia l’aggregazione popolare

Cuffaro rilancia l’aggregazione popolare

Il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, rilancia l’aggregazione al centro di tutte le forze politiche che si riconoscono nel Partito Popolare europeo. L’intervento.

Galvanizzato dalle numerose e costanti adesioni al partito e dall’avviata stagione dei congressi provinciali iniziando da Agrigento, il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, rilancia il progetto di aggregazione al centro di tutte le forze politiche del centrodestra che si riconoscono in azioni e ideali del Partito Popolare Europeo. E afferma: “Il centro è uno spazio politico, non geometrico. Con questa parola penso a quell’area dove si è più propensi a essere popolari piuttosto che populisti, democratici piuttosto che sovranisti. Il centro ha il compito di custodire i valori moderati, come quelli espressi dalla dottrina sociale della Chiesa”. “Il centro – sottolinea Cuffaro – va oltre i miei interessi, di Rotondi, Mastella, Cesa, Lupi e via dicendo. Il Partito Popolare Europeo è il punto di incontro. Forza Italia, nel Paese, ne è l’attore principale. E’, dunque, la guida naturale. Berlusconi ha incarnato i desideri di tantissimi italiani. In un momento difficile è stato in grado di mettere insieme i moderati. La sua assenza è un vuoto difficile da colmare. La maggior parte degli elettori votavano quel movimento per il suo leader. Chi sarà l’erede è una scelta di Forza Italia. Sia Tajani che Schifani, con cui ho un rapporto di amicizia e stima, sono profili di altissimo livello”. E poi, a fronte del patto programmatico ed elettorale appena sancito tra Lega e Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, Cuffaro commenta: “Con Lombardo siamo stati insieme prima nella Dc e poi nell’Udc. Poi alle Regionali abbiamo intrapreso percorsi differenti. Adesso, invece, ha manifestato la volontà di federarsi con Salvini. Rispetto la sua scelta, ma non la condivido. Probabilmente vuole valorizzare la sua battaglia per l’Autonomia. Quella della Lega, però, a mio parere, va presa con le pinze: divide il Paese e penalizza il Sud”. E poi, in riferimento alle prospettive della nuova Democrazia Cristiana, Cuffaro conclude: “Ci candidiamo a rappresentare determinati principi, dalla famiglia alla solidarietà. I giovani ragionano e comprendono che la politica vera è tra la gente, lontana dai talk show. Oltre il 50 per cento delle persone non va a votare, non solo perchè sfiduciata da una classe dirigente inadeguata o per una legge che dovrebbe essere rivista, ma soprattutto perchè non trova un simbolo che possa rappresentare le proprie idee. Le nuove generazioni, quindi, non possono che guardare di buon occhio a una cultura che ha scritto la storia e si è distinta per fatti, non chiacchiere. Il Partito Popolare Italiano è nato in Sicilia nel 1919 con Sturzo, e stessa sorte poi è toccata alla Dc. Ecco perchè ho pensato che da questa terra si possa ripartire. L’errore dei partitini democristiani è stato pensare che bastasse una conferenza a riprendere una tradizione. Bisognava, al contrario, ripartire dal basso, dalle comunità. Ho pensato, pertanto, di girare e incontrare tutti i 370 Comuni siciliani, aprendo una sezione in ognuno di essi, proprio come faceva lo scudo crociato. La Democrazia Cristiana, senza Cuffaro candidato, correrà col suo simbolo. Il mio auspicio, comunque, è che si possa presentare una lista tutti insieme, sotto il vessillo del Partito Popolare Europeo. Se ciò non accadrà, saremo della partita. Siamo solo all’inizio di un percorso”.

- Advertisment -

Most Popular

Recent Comments