Allarme della Protezione civile in Sicilia: scirocco, 35 gradi e rischio incendi. Schifani ingaggia i riservisti della Forestale. Dichiarato lo stato d’emergenza per 10 giorni.
Al fuoco la Regione Siciliana risponde con il fuoco. La giunta regionale ha dichiarato per 10 giorni lo stato di crisi e di emergenza a fronte del grave rischio incendi sollevato dalle eccezionali condizioni meteo previste e per le quali ha già diramato lo stato di allerta la Protezione civile nazionale. E il presidente, Renato Schifani, ingaggia i riservisti, ovvero arruola centinaia di operai forestali attualmente a riposo. E spiega: “La Regione richiama in servizio gli operai antincendio del Corpo forestale per fronteggiare al meglio le condizioni climatiche straordinarie previste in Sicilia nei prossimi giorni. Il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, mi ha consegnato una relazione climatica alquanto preoccupante, tra forti venti di scirocco e temperature più alte delle medie con punte sui 35 gradi”. Dunque, nel dettaglio, per potenziare la difesa sono stati arruolati in servizio, fino al 21 ottobre, 1.597 operai forestali che hanno già partecipato alla campagna antincendio terminata lo scorso 15 ottobre. Se necessario, il periodo di impiego sarà prorogato oltre il 21 ottobre. I riservisti sono a lavoro per le attività di osservazione, pattugliamento e lotta alle fiamme. In guerra sono anche le associazioni di volontariato, coordinate dalla Protezione civile, a supporto sia dei forestali che dei vigili del fuoco. E’ stato nominato un comandante dell’operazione. Si tratta del capo della Guardia Forestale in Sicilia, Giuseppe Battaglia. Nel frattempo il governo Schifani ha sollecitato al governo Meloni la dichiarazione dello stato di emergenza per le migliaia di incendi boschivi e urbani che hanno colpito e devastato la Sicilia dal 24 al 27 luglio, e che hanno provocato gravi danni al patrimonio boschivo e all’agricoltura, e 5 morti. La superficie forestale percorsa da incendio in Sicilia dall’inizio dell’anno è di circa 61.000 ettari, ovvero il 63% delle aree bruciate dell’intero territorio nazionale. Palermo è la provincia più bombardata, con 23.000 ettari investiti dal fuoco di cui il 18% di boschi. Poi, seconda in classifica è la provincia di Agrigento, con 9.900 ettari percorsi dal fuoco di cui il 2% di boschi. E Renato Schifani ribadisce: “Nella gran parte dei casi le cause degli incendi vanno ricondotte in comportamenti dolosi, spesso acclarati, e solo in secondo luogo in condotte negligenti e imprudenti. Diviene, quindi, un dato consolidato che le cause degli incendi, anche di quelli che hanno percorso il nostro territorio questa estate, sono, purtroppo, da imputare all’azione dolosa e solo in alcuni casi anche colposa dell’uomo. Siamo, pertanto, di fronte alla grave recrudescenza di un fenomeno criminale, in molti casi accompagnato da premeditazione, perpetrato in concomitanza con fenomeni meteorologici estremi che favoriscono la propagazione delle fiamme, e con sicuri profili associativi in considerazione dei molteplici punti di innesco rinvenuti dalle forze dell’ordine e dai nostri forestali”.