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“Province”, mancano le coperture finanziarie

In Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale lanciato l’allarme: “Per il ripristino dell’organo politico delle Province mancano le coperture finanziarie”. I dettagli.

Ecco i costi dell’operazione “ripristino delle Province” in Sicilia: serviranno subito 16 milioni di euro per il primo anno di attività, elezioni e compensi per i politici. I cittadini eleggeranno direttamente 9 presidenti, che nomineranno 61 assessori. E poi 246 consiglieri provinciali. In totale saranno 316. I loro compensi saranno stabiliti dalla legge nazionale che si applicherà anche in Sicilia. Si stima che saranno necessari, ogni anno, circa 11 milioni di euro. Il numero di assessori e consiglieri sarà proporzionato alla popolazione residente nel territorio. Vi saranno 36 consiglieri nelle province con popolazione superiore a 1 milione di abitanti, poi 30 se sono meno di 1 milione, poi 24 se sotto i 500 mila abitanti. Gli assessori non saranno più del 25 per cento dei consiglieri: 9 se la popolazione è superiore a 1 milione di abitanti, 7 se sono meno di 1 milione, poi 6 se è sotto i 500 mila abitanti. Ebbene, a fronte di tutto ciò, gli organi preposti alle coperture finanziarie hanno espresso riserve sulla possibilità di coprire i costi delle nuove Province con il ripristino dell’elezione diretta in occasione di una seduta della Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale a cui ha partecipato anche la componente del Movimento 5 Stelle, Martina Ardizzone, che denuncia: “E’ inutile fare giri di parole. La situazione economica delle ex Province è tragica in termini di risorse e personale. Così sono destinate a fallire, a prescindere dalla riforma in itinere che, col costo delle poltrone dell’organo politico, non farà altro che peggiorare la situazione. Il grido di allarme che, numeri alla mano, hanno lanciato i dirigenti, non può rimanere inascoltato. I trasferimenti statali non solo sono diminuiti nel corso degli anni, ma le risorse sono andate progressivamente in rosso a causa del prelievo forzoso imposto dalla legge di stabilità. In pratica, se le ex Province stanno ancora in piedi lo si deve alle economie di bilancio. Ma è chiaro che così non si può andare avanti, anche perché non c’è il personale per farlo: mancano soprattutto i dirigenti e i tecnici per portare a compimento i progetti relativi ai finanziamenti extraregionali. A Caltanissetta negli ultimi 8 anni i dipendenti sono passati da 600 a 180, con solo due dirigenti in servizio. A Palermo il personale in servizio è solo di 500 unità a fronte dei 1600 dipendenti del 2015” – conclude. “Alla luce di tutto questo – aggiunge il vicepresidente 5 Stelle a Sala d’Ercole, Nuccio Di Paola, componente della Commissione Bilancio – è ovvio che la riforma sotto esame non farà altro che peggiorare la situazione a causa del costo dell’organo politico, che inevitabilmente finirà col gravare su bilanci così disastrati. La priorità dovrebbe essere quella di erogare servizi efficienti ai cittadini, che oggi, come è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più precari”.

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