La figlia di Matteo Messina Denaro, Lorenza, da 27 anni Lorenza Alagna come la madre, assume il cognome del padre. Siglato l’atto notarile.
A fine aprile Lorenza Alagna ha incontrato il padre, Matteo Messina Denaro, in carcere, a L’Aquila. Poi vi sarebbero stati altri incontri. Uno forse recentemente, a fronte dell’aggravarsi delle condizioni di salute del boss. Lei, Lorenza (e Alagna è il cognome della madre), non ha mai rinnegato il padre, e ha più volte ripetuto: “Per voi può essere uno stragista, criminale, super boss, ma per me resta sempre mio padre”. Ebbene, in occasione di un incontro, Matteo Messina Denaro avrebbe sussurrato alla figlia: “Se vorrai il mio cognome all’anagrafe, io non mi opporrò”. E così è stato. Lei ha presentato istanza e ha ottenuto il cognome del padre. Non più Alagna, come da 27 anni, ma Lorenza Messina Denaro: Lorenza come la nonna paterna, la madre del boss, a casa della quale Lorenza è cresciuta. Poi si è trasferita altrove con la madre: e suo padre se ne è tanto rammaricato, pur non avendola mai incontrata perché latitante. Matteo Messina Denaro ha coltivato rancore verso la figlia, come emerso dai pizzini che gli sono stati sequestrati, e dove, tra l’altro, lui di lei ha scritto: “degenerata nell’intimo”, “sciacqualattuga”, oppure, spacciandosi come venditore ambulante con un’amica, Lavinia, le racconta riferendosi così a una che definisce sua figlia: “Io non lavoro più, è vero. Però mi sono reso conto in questo periodo che l’imbelle o l’ebete, alias mia figlia, non ne capisce niente di mercato e di vendite. Non ne capisce proprio un cazzo. Forse capisce solo il cazzo, è questo il punto. E quindi devo essere io che la sto coadiuvando per cercare di insegnarle cosa fare. Perché questo è lo scotto che si paga al fatto che non sono mai state con me sul lavoro. Quindi io ufficialmente non lavoro più, non vado più in nessuna fiera. Però ancora oggi la devo consigliare perché la vedo che non è in grado. Non sa sfruttare le situazioni. Io sono uno che se posso guadagnare dieci guadagno dieci. Lei invece se può guadagnare dieci guadagna due”. La figlia della presunta amante del boss, Laura Bonafede, Martina Gentile, dopo la morte di suo nonno, il boss Leonardo Bonafede, scrisse un necrologio in onore alla sua memoria. Messina Denaro ne è stato al corrente, ha confrontato Martina a sua figlia Lorenza, e in un pizzino indirizzato a sua sorella Rosalia ha scritto: “Fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo, e un paio di anni fa si è sposata con lo stesso, e la scorsa estate ha avuto una bambina. Vi ho raccontato la storia di lei perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre. Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? E’ l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male. La mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell’intimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente”. Dopo la cattura del padre, la figlia lo ha incontrato per la prima volta in carcere, a L’Aquila, il giorno del compleanno di lui, lo scorso 26 aprile, e lui, Matteo, l’avrebbe trattata con freddezza, rimproverandola di non averlo mai ringraziato per i regali. Lei lo ha informato di avere riallacciato i rapporti con le zie. E, prima di salutarsi, il padre avrebbe rassicurato la figlia: “Se vorrai il cognome di Messina Denaro all’anagrafe, io non mi opporrò”. L’atto notarile, autorizzato dall’autorità giudiziaria, è già stato siglato e sarà trasmesso all’ufficio anagrafe di Castelvetrano. Lorenza Messina Denaro: lei avrebbe potuto conservare i due cognomi, e invece no. Solo Lorenza Messina Denaro.