Si prospetta un autunno di mobilitazioni e iniziative per la Cgil in Sicilia. L’intervento del segretario regionale, Alfio Mannino, nella prospettiva della manifestazione nazionale del 7 ottobre.
Mobilitazioni, iniziative nei territori e assemblee nei luoghi di lavoro: si prospetta un autunno rovente per la Cgil in Sicilia. Il segretario regionale, Alfio Mannino, anticipa: “La vera sfida parte dal Mezzogiorno, dalla Sicilia. E’ in quest’area del Paese infatti che i principi costituzionali trovano minore applicazione”. La Cgil siciliana parteciperà alla manifestazione nazionale promossa dal sindacato il prossimo 7 ottobre per l’attuazione della Costituzione e dei diritti che in essa sono affermati. E non solo. Infatti Mannino aggiunge: “Protestiamo anche per le inefficienze del governo regionale, per le politiche che ammiccano al governo Meloni, incuranti delle conseguenze sulla Sicilia. Ad esempio la posizione del presidente Schifani sull’autonomia differenziata, un progetto che affosserebbe la nostra regione e che va respinto senza se e senza ma”. E poi il segretario regionale della Cgil prospetta: “Noi non saremo in piazza solo per protestare e segnalare posizioni, ma soprattutto per chiedere interventi concreti a cominciare dal diritto al lavoro stabile, superando ogni forma di precarietà e sfruttamento. Vogliamo contribuire a determinare ‘la via maestra per l’intero Paese’, che è lo slogan della manifestazione del 7 ottobre”. Per la Sicilia la Cgil rivendica un piano straordinario di assunzione di 30.000 giovani nella Pubblica amministrazione, e un nuovo modello di sviluppo sfruttando le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E il sindacato sollecita con la propria piattaforma anche misure per il diritto alla salute e all’istruzione, nuove politiche energetiche e dell’industria adeguate ai processi incalzanti di transizione ecologica. E Mannino prosegue: “Le nostre proposte riguardano tutti i settori produttivi e le politiche sociali. E mettono sempre al primo posto la tutela dei soggetti più fragili. Chiediamo di essere ascoltati dal governo nazionale e da quello regionale, chiediamo ai lavoratori e ai siciliani tutti di rendersi protagonisti di questa stagione di lotta che riguarda il futuro di tutti noi”. E poi sottolinea e conclude: “Riserviamo particolare attenzione all’articolo 3 della Costituzione, sull’uguaglianza e partecipazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori alla vita economica, politica e sociale del Paese. Infatti, le donne, insieme ai giovani, sono i soggetti più vulnerabili del mercato del lavoro. L’occupazione femminile si ferma al 30,5 per cento, e non va meglio per quanto riguarda la rappresentanza politica: all’Assemblea Regionale solo 13 donne su 70 deputati. A dispetto del dettato costituzionale (articoli 51 e 117) si registrano dislivelli di genere per quanto riguarda salari, progressioni di carriera, presenza nei luoghi decisionali. L’articolo 4, che sancisce il diritto al lavoro, non è complessivamente attuato in una regione col tasso di disoccupazione al 18 per cento. Inoltre l’isola ha registrato tra i giovani nel 2022 il 40 per cento di Neet, ovvero gli inattivi, che non studiano, non lavorano o non ricevono formazione. Incombe quindi una questione giovanile”.