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Crisi quotidiano La Sicilia, Rifondazione comunista si dice preoccupata per il futuro dei lavoratori e chiede chiarezza all’editore Ciancio

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai redattori e ai collaboratori de La Sicilia, ai dipendenti tutti, vittime dei mancati pagamenti di quanto loro spettante contrattualmente sia per il passato che per il presente. Indipendentemente dal giudizio sui contenuti del lavoro di informazione prodotto, la libertà e il pluralismo della stampa vanno difesi così come va rivendicato il diritto ad una informazione plurale e completa”. Lo dichiarano Mimmo Cosentino, Segretario provinciale di Catania e Nicola Candido, Segretario regionale della Sicilia del partito di Rifondazione comunista.
“Abbiamo la preoccupazione – continuano i due – che l’editore voglia liquidare questa esperienza, traendone il massimo vantaggio personale, dopo avere scaricato sui soggetti meno forti i costi dell’operazione, che può portare anche ad una dismissione totale o parziale della proprietà del giornale. E’ questo l’esempio concreto e sempre più diffuso di un cannibalismo e un concentramento economico pericoloso per la democrazia, amorale ed impunito. Contro il quale la politica che conta, quella dei piani alti dei palazzi nazionale regionale e cittadino, non interviene, perché e’ complice di questo stato di cose. Classi dirigenti ed élites politiche di centrodestra e di centrosinistra sono debitrici al sistema Ciancio, per il sostegno informativo e propagandistico, produttivo di consenso, ricevuto. Da Bianco a Musumeci, da Cuffaro a Lombardo, da Crocetta a Schifani, da Scapagnini a Pogliese a Trantino. I diritti salariali e occupazionali dei dipendenti de La Sicilia vanno difesi anche con azioni di lotta dure ed esemplari, ma va rilanciato con forza un movimento di opposizione per l’alternativa all’attuale sistema economico e sociale e della impunità legalizzata”.