Lo scorso 3 luglio la Procura Generale di Palermo ha invocato la conferma della condanna emessa dal Tribunale di Agrigento il 25 luglio del 2022, a conclusione del giudizio abbreviato, a carico di due dei tre imputati dell’omicidio del pensionato di Raffadali, Pasquale Mangione, 69 anni, ex dipendente del Comune di Raffadali, ucciso a colpi di pistola in contrada “Modaccamo”, nelle campagne fra Raffadali e Cianciana, il 2 dicembre del 2011. Si tratta di Antonino Mangione, 42 anni, e Angelo D’Antona, 38 anni, entrambi di Raffadali, ai quali il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Stefano Zammuto, ha inflitto 30 anni di reclusione a D’Antona e 16 anni a Mangione, che si è auto – accusato del delitto coinvolgendo D’Antona e Roberto Lampasona, 45 anni, di Santa Elisabetta, sotto processo ordinario, ed entrambi indicati da Mangione come esecutori materiali. Ebbene, la Corte d’Appello ha ridotto la condanna a D’Antona da 30 a 16 anni di reclusione, escludendo l’aggravante della premeditazione. D’Antona è difeso dagli avvocati Pennica e Raguccia. A Mangione è stata ridotta la condanna da 16 a 10 anni, ritenendo prevalente la collaborazione sulle attenuanti generiche. L’avvocato Salvatore Pennica commenta: “Spero che chi è libero possa presentarsi ai Carabinieri e raccontare la verità sull’omicidio. Intanto la difesa incassa una riduzione di pena di 14 anni. Sono pronto già a ricorrere per Cassazione, a meno che qualcuno non abbia un sussulto di coscienza”.