Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Marina Rizza, nell’ambito di un’inchiesta ruotante intorno alla Società degli Interporti siciliani Spa, ha rinviato a giudizio l’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle infrastrutture, Marco Falcone, l’ex vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, l’ex deputato regionale Nino D’Asero, l’imprenditore Luigi Cozza, l’amministratore unico della società, Rosario Torrisi Rigano, e una dipendente dell’azienda, Cristina Sangiorgi. L’indagine, coordinata dalla Procura etnea e condotta dai Carabinieri, è stata avviata dopo un esposto di alcuni dipendenti dell’azienda pubblica sul presunto falso possesso di una laurea prodotta dalla stessa Cristina Sangiorgi. Dagli accertamenti sarebbero emerse presunte interferenze illecite che avrebbe esercitato D’Asero su Torrisi Rigano, tramite alcuni politici regionali, per revocare il licenziamento per giusta causa della Sangiorgi, poi per garantirle una posizione lavorativa ‘gradita’ in azienda, e, infine, per omettere l’avvio di doverose procedure disciplinari per il rifiuto di svolgere gli incarichi e di lavorare in smart-working durante la prima fase della pandemia. Per ‘intercedere’ a favore della donna, D’Asero si sarebbe rivolto a Falcone, Armao e a Giuseppe Li Volti, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare di Falcone, anche lui destinatario della richiesta di rinvio a giudizio. Inoltre sarebbe emerso un presunto accordo corruttivo tra Torrisi Rigano e Luigi Cozza, titolare della Lct Spa, una società del settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica e della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania.