Il governo regionale proroga per quattro mesi le funzioni dei Commissari nelle Aziende sanitarie e ospedaliere. Esposto del Codacons contro la mancata spesa di ampia parte dei fondi statali.
Le nuove nomine sono state attese entro il 30 giugno, e invece il governo regionale ha prorogato fino a quattro mesi le funzioni dei commissari delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere siciliane. In particolare, proseguiranno a svolgere il proprio incarico fino al 31 ottobre, o fino al completamento delle procedure di selezione e di nomina dei direttori generali se definite prima del 31 ottobre, i commissari straordinari (tutti in scadenza oggi 30 giugno) delle Aziende sanitarie di Agrigento (quindi Mario Zappia), Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani, dell’Arnas Garibaldi e dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania, dell’Azienda ospedaliera Papardo e dell’Istituto Bonino Pulejo di Messina, dell’Arnas Civico-Di Cristina-Benfratelli e dell’Azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo, delle Aziende ospedaliere universitarie di Messina, Palermo e Catania (l’unico in scadenza il 28 agosto). Sono confermati anche gli incarichi di direttore sanitario e direttore amministrativo per la stessa durata di quelli dei commissari straordinari. E l’assessore alla Sanità, Giovanna Volo, spiega: “Intendiamo dare continuità gestionale e funzionale alle aziende del Sistema sanitario regionale, in attesa che siano individuati i nuovi direttori generali con procedura di evidenza pubblica. Il dipartimento per la Pianificazione strategica ha comunicato che i lavori della Commissione regionale per la selezione dei candidati idonei al conferimento degli incarichi di direttore generale sono in fase di espletamento e i colloqui si svolgeranno prevedibilmente nel prossimo mese di luglio”. Nel frattempo, a fronte della Sicilia che, secondo le relazioni più aggiornate, si conferma maglia nera in Italia per liste d’attesa interminabili, il Codacons punta il dito contro l’inefficienza e l’incapacità della Regione in riferimento all’utilizzo dei fondi a disposizione, e ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti sollecitando un’indagine sul perché non sia spesa ampia parte dei fondi statali stanziati. E spiega: “I politici ripetono che mancano i fondi e che si fa il possibile per gestire la sanità al meglio. Ebbene, stavolta i soldi ci sono, poiché il governo nazionale ha stanziato 40 milioni di euro per recuperare le prestazioni sanitarie saltate durante la pandemia, quindi si sarebbero dovute risolvere molte criticità. In special modo, con così tanti soldi, finalmente i siciliani avrebbero potuto vedere azzerate le liste d’attesa. Eppure nulla di tutto questo è successo, anzi si è verificato quello che non ci potevamo immaginare, ossia che la Sicilia spendesse solo il 27,5% di quei fondi che le sono stati elargiti”.