La vertenza dei circa 2500 precari ex Pip della Regione, l’assessore al Bilancio, Marco Falcone, rassicura: “Lavoriamo per la stabilizzazione”. I dettagli.
I precari ex Pip (Piani di inserimento professionale) sono gli ultimi di un’ampia platea di precari pubblici. Quasi tutti nelle altre categorie hanno ottenuto la stabilizzazione, diversamente da loro. Più volte è stata approvata un’apposita legge della Regione Siciliana per inserirli in percorsi di lavoro stabili ma la norma è stata sempre impugnata dal governo nazionale, subentrato in tali valutazioni al Commissario dello Stato. Si tratta di circa 2500 lavoratori ancora nel bacino ex Pip. Sono precari da quasi 23 anni. Il percorso di stabilizzazione è tracciato dall’articolo 25 della legge 16 del 3 agosto scorso, che prevede il passaggio dei lavoratori del bacino, chiuso e ad esaurimento, nelle altre società partecipate. L’approvazione dell’articolo 25 è stata ottenuta l’anno scorso dal tavolo tecnico istituito presso il ministero della Pubblica amministrazione, grazie alle pressioni della Regione tramite l’allora assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. A tal proposito, Mimma Calabrò, dirigente della Cisl Fist Sicilia, ribadisce: “Chiediamo con forza agli assessori regionali Marco Falcone e Nuccia Albano che si firmi l’intesa con il crono-programma che indica in modo chiaro percorso e tempi per l’uscita dal precariato di queste persone. Non c’è più tempo da perdere”. E l’assessore al Bilancio, Falcone, replica: “Proseguono senza particolari criticità le interlocuzioni con i rappresentanti dei lavoratori cosiddetti ‘ex Pip’, impegnati nell’ottenere il riconoscimento di una stabilità occupazionale. Siamo intervenuti nel rasserenare gli animi e nel ribadire l’impegno del governo Schifani sullo studio e sull’attuazione delle misure ottimali per giungere alla stabilizzazione dei circa 2500 precari. Siamo al lavoro, di concerto con l’assessore Albano e il dipartimento del Lavoro, non soltanto per reperire le risorse finanziare, ma anche per la migliore soluzione procedurale sull’assorbimento dell’intero bacino. Abbiamo già avviato una ricognizione tra le società partecipate della Regione per verificare eventuali vuoti di organico che possano essere colmati attingendo da questi precari. A seconda delle richieste che arriveranno dagli enti, potremo riuscire, in una prima fase, a ridurre intanto il numero di precari ancora nel bacino. Nel frattempo, a Roma, tratteremo per il superamento dei tetti di spesa previsti dall’accordo Stato-Regione, un vincolo tuttora vigente che ci limita. Il governo regionale sta già facendo tutto quanto è nelle proprie immediate possibilità per risolvere questa decennale pagina di precariato. E non cesseremo di interloquire con il governo nazionale fino a quando non si troverà una soluzione definitiva e sostenibile che restituisca dignità professionale a tutti questi lavoratori”.