L’assessorato regionale alla Sanità smentisce e replica sull’allarme perdita dei fondi Pnrr per la Sicilia. L’intervento del Dipartimento per la pianificazione strategica.
“La Sicilia è tra le poche regioni italiane ad aver raggiunto il 100 per cento degli obiettivi fissati dal Pnrr per la realizzazione delle strutture di sanità territoriale. Lo ha riconosciuto anche il ministero della Salute nello scorso mese di aprile con una comunicazione formale”. Così sottolinea, tramite una nota, il Dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Sanità, al fine di smentire le notizie, ritenute “inesatte”, pubblicate da alcune testate regionali sui presunti rischi per la Sicilia di perdere parte dei finanziamenti del Pnrr. E il Dipartimento aggiunge: “Sono notizie basate su dati riferiti a periodi precedenti alla data del 31 dicembre del 2022. L’iter progettuale e amministrativo della Regione, invece, rispetta le tempistiche fissate. E l’assessorato regionale della Salute ha centrato tutti i target previsti dagli accordi per l’attuazione della parte di competenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel territorio della Sicilia”. E poi, ancora più nel dettaglio si spiega: “Per quanto riguarda le 50 Centrali operative territoriali previste per la Sicilia, la cui attivazione è programmata entro il 30 giugno del 2024, già nel termine del 31 dicembre del 2022 sono stati validati i progetti e bandite tutte le relative gare d’appalto. Analogamente, entro la scadenza del mese di marzo 2023, sono stati approvati i progetti per le Case di comunità, che saranno 156 in tutta l’Isola, e per gli Ospedali di comunità, che saranno 43. L’attivazione delle strutture è prevista entro il 30 giugno del 2025. Invitalia ha già bandito, anche in tal caso, tutte le relative gare, con le eccezioni delle Centrali operative territoriali e delle Case di comunità della provincia di Trapani, e ciò perché l’Azienda sanitaria territoriale ha operato in autonomia. Anche per quanto concerne le opere di adeguamento sismico degli ospedali siciliani, i 32 interventi a valere sul Pnrr e sul Pnc (Piano nazionale complementare) sono stati validati e le gare bandite. La Regione, quindi – conclude il Dipartimento – non soltanto ha rispettato tutte le scadenze, ma nella pianificazione delle strutture è addirittura andata oltre gli standard fissati dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) considerate le esigenze dei territori e la fragilità delle reti della viabilità in Sicilia” – conclude l’assessorato. Le “Case di comunità” non sono le tradizionali Guardie mediche ma strutture più ampie, che la Regione prevede di dotare di 10 o 15 ambulatori, un punto prelievo, spazi per l’attività diagnostica (radiologia, elettrocardiografia, spirometria, ultrasuoni), sale d’accoglienza e d’aspetto. Il tutto in strutture da 800 metri quadrati in cui opereranno da 30 a 35 medici di medicina generale, almeno 8 infermieri e altrettanti tecnici e amministrativi. Gli Ospedali di comunità sono invece più ampi delle Case di comunità, e dotati di reparti. Ciascun ospedale di comunità, quindi ogni mini-ospedale, costerà al massimo 2 milioni e 600 mila euro, per 20 posti letto in camere da 2 pazienti con un bagno, a servizio di un bacino di 50mila abitanti.