I rapporti con Laura Bonafede e l’affetto filiale di Matteo Messina Denaro anche nei confronti della figlia di lei: altri particolari dall’ordinanza di arresto della donna.
Emergono altri dettagli dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, a carico dell’insegnante di Campobello di Mazara, Laura Bonafede, in rapporti con Matteo Messina Denaro del quale avrebbe protetto e favorito la latitanza. La convivenza tra Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro sarebbe stata l’occasione per il boss di coltivare affetto filiale verso la figlia della donna, Martina Gentile, anche lei attualmente sotto indagine, e che sarebbe indicata con i nomi in codice “Tania”, “Lupetta” o “Cromatina”. E a testimonianza di ciò, Messina Denaro così ha scritto alla sorella Giovanna il 21 aprile del 2022: “Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica, ma per me è mia figlia, e mi ha dato l’amore di una figlia, mi ha voluto bene e mi vuole bene, ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile. Che voglio dire? Che non sono stato solo, e che ‘sciacqualattuga’ (si riferirebbe a sua figlia Lorenza Alagna) non significa più niente per me”. E poi alla sorella Rosalia così Messina Denaro scrive il 25 gennaio del 2022: “A me vedi che non è mancato l’amore di una figlia. Pur non essendo mia figlia è cresciuta con me. Per tanti anni siamo stati assieme tutti i giorni. Ha dato un senso alla mia vita solitaria, ha molto di me, forse anche troppo. Ha il mio carattere perché gliel’ho insegnato io, lei era predisposta. Oggi è una persona matura, non ci vediamo più perché il destino ha voluto così ma è rimasta molto attaccata a me. Quando si può mi scrive. Credo di essere stato fortunato ad averla avuta e ne sono orgoglioso di come è cresciuta anche per merito mio. So che un giorno la conoscerai. Si chiama Cromatina”. E poi ancora, nel covo del capomafia è stata trovata anche una lettera che Martina Gentile gli invia il 21 dicembre del 2022, dopo averlo incontrato probabilmente per caso. E la ragazza scrive: “Carissimo adorato, che immensa gioia poterti abbracciare, è stato bellissimo, mi sono sentita protetta, importante, felice, non so spiegarti, ma poi è stato ancora più bello perché inaspettato. Non sapevo cosa fare, cosa dirti prima, ti avrei voluto dire di darmi un passaggio e ti fermavi a mangiare a casa… utopia! Incredibile come ci hanno tolto tutto”. I due si sarebbero incontrati casualmente in un negozio di tabacchi, dove Messina Denaro sarebbe stato intento a giocare al ‘Gratta e vinci’. E Martina Gentile nella stessa lettera aggiunge: “Quando hai tentato la fortuna pensando di diventare ricco, ti ho visto. Ho visto tutta la scena. Il proprietario poi è uscito e ha guardato dove andavi… più sopra si sono fermati a parlare e si sono girati a guardarti. Ma poi tu hai cambiato verso e loro si sono rigirati subito a parlare, secondo me il primo ha pensato che eri lì per controllarlo, ho l’impressione che spaccia tra i suoi amici, i secondi erano incuriositi nel vedere una persona così elegante e ben vestita, chi va vestito così con il tuo portamento? Portamento non mi piace, lo usava ‘Merlona’, ma il senso è questo”. Ecco perché, secondo la Procura di Palermo, Martina Gentile avrebbe dovuto essere arrestata allorchè sarebbe stata una sorta di “vedetta” che, fornendo informazioni al capomafia, soprattutto attraverso pizzini, gli avrebbe consentito di schivare pericoli e, dunque, di proseguire la sua trentennale latitanza. Secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Alfredo Montalto, mancano riscontri, ovvero gravi indizi di colpevolezza, e ha negato l’arresto.