Versa ancora in una condizione di stallo la vertenza legata al futuro lavorativo dei sanitari, tecnici e amministrativi assunti durante l’emergenza covid. L’intervento della Fismu.
Versa ancora in una condizione di stallo la vertenza legata al futuro lavorativo dei sanitari, tecnici e amministrativi assunti con contratto a tempo determinato in occasione dell’emergenza covid. Alcuni giorni addietro con l’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, è stata firmata un’intesa solo da una parte delle rappresentanze sindacali in lotta, compresa la Cisl. Invece Cgil e Uil non hanno firmato e sono ancora sulle barricate. In attesa di un promesso altro incontro con l’assessore Volo, il no all’accordo siglato è ribadito e rilanciato dalla Fismu, la Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti. Il dirigente nazionale, Rosario Di Carlo, afferma: “La proposta della Regione di stabilizzazione del personale medico, sanitario e amministrativo della sanità è insufficiente e aggrava i problemi del Servizio sanitario regionale. E’ incomprensibile la firma di alcuni sindacati minoritari. Si ignora il ruolo strategico del personale impegnato durante la pandemia: professionisti che hanno fatto fronte a una emergenza sanitaria e che hanno sopperito ai problemi strutturali della sanità siciliana. Adesso in Sicilia assistiamo ad aziende che assumono nuovo personale, scavalcando i diritti acquisiti di questi colleghi, garantiti dalle norme nazionali. Sono centinaia di donne e uomini messi in un angolo e che addirittura non vedono rinnovati i loro contratti a tempo determinato: gli eroi dimenticati della pandemia. Il protocollo non l’abbiamo sottoscritto perché manca la sospensione dei concorsi e delle mobilità. E così viene meno la priorità a chi ha diritto alle stabilizzazioni. Assente anche la garanzia di pari opportunità fra personale in servizio e non. Abbiamo chiesto di dare la stessa precedenza al personale in servizio (in quanto prorogato) e quello non più in servizio (in quanto non prorogato dalle Aziende). Così, con questo protocollo regionale, il personale lasciato a casa per non aver raggiunto i mesi di servizio necessari, o non prorogato per mancanza della copertura finanziaria nonostante abbia raggiunto il requisito dei mesi di servizio, è destinato ad essere tagliato fuori dalla stabilizzazione e di vedersi superato da professionisti con minore anzianità di servizio. Infine non si mantiene in servizio, nei posti vacanti, il personale del ruolo tecnico e professionale”. E Di Carlo conclude: “L’assessore Giovanna Volo, con improbabili accordi sindacali, ha emanato una inutile direttiva che non aggiunge nulla allo stato confusionale in cui versano gli attuali Commissari, che sarebbe bene mandare a casa per evitare ulteriori danni. Serve, ora, una risposta ferma e unitaria del mondo della sanità, anche con una giornata di sciopero, non solo per tutelare i diritti dei professionisti medici e sanitari ma anche per difendere e modernizzare una sanità pubblica robusta e di qualità per i cittadini”.