I Carabinieri del Comando provinciale di Trapani e il personale del Nucleo investigativo regionale Sicilia della Polizia penitenziaria hanno arrestato 22 persone. Ad altre due hanno notificato un provvedimento di obbligo di dimora. I reati contestati a vario titolo, nell’ambito dell’inchiesta intitolata “Alcatraz”, sono stati commessi nelle carceri: corruzione, detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, omessa denuncia di reato, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, nonché ulteriori violazioni del codice dell’Ordinamento penitenziario. Per 17 indagati è stata disposta la custodia in carcere e per 5 gli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati eseguiti a Trapani, Palermo, Benevento, Bari, Porto Empedocle, Mazara del Vallo e Avola. Nel carcere di Trapani, attraverso dei droni, sarebbero entrati telefonini cellulari e droga. Presunti complici sono anche tre agenti della Polizia penitenziaria. Due sarebbero in pensione e uno nel corso delle indagini sarebbe deceduto. Le ipotesi di reato risalgono al 2019. Agli atti della Procura vi sono anche alcuni filmati che testimoniano l’ingresso dello stupefacente e dei telefonini nell’istituto di pena trapanese. Tra gli indagati vi sono alcuni detenuti nel frattempo scarcerati, e adesso nuovamente arrestati. Due sono gli agrigentini coinvolti: James Burgio, 31 anni, di Porto Empedocle, e Gerlando Spampinato, 53 anni, di Agrigento.