La Procura generale presso la Corte d’Appello di Palermo ha sostituito la detenzione carceraria con gli arresti domiciliari per il boss ergastolano Salvatore La Rocca, 82 anni, di Campobello di Licata, appartenente alla Stidda e riconosciuto colpevole, con sentenza definitiva, di quattro omicidi di mafia, commessi in concorso a Campobello di Licata, al tempo della sanguinosa faida tra Cosa Nostra e Stidda. Si tratta dei delitti di Giovanni Smiraglia ucciso il 29 agosto del 1989, di Giovanni Barba il 12 aprile del 1991, e di Vincenzo Falsone e del figlio Angelo, rispettivamente padre e fratello maggiore del capomafia Giuseppe Falsone, assassinati il 24 giugno del 1991. Ad eseguire l’ordine di detenzione domiciliare per Salvatore La Rocca, detenuto nel carcere di Spoleto, sono stati i Carabinieri della Compagnia di Licata. Il provvedimento è motivato dalle gravi patologie riconosciute all’82enne.