Tre magistrati della Procura ordinaria trasferiti alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo con competenza sulle province di Palermo, Trapani e Agrigento. I dettagli.
A Palermo tre pubblici ministeri sono stati trasferiti dalla Procura ordinaria alla Procura antimafia, ovvero la Dda, la Direzione distrettuale antimafia, con competenze sulle province di Palermo, Trapani e Agrigento. Si tratta di Giacomo Brandini, Federica La Chioma e Giorgia Righi, tutti e tre scelti, tra otto candidati, dal procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia. L’allarme per la mancanza di organico è stato già lanciato dal procuratore De Lucia nel gennaio scorso. Il suo appello, rivolto al Csm, il Consiglio superiore della magistratura, è stato: “La Procura di Palermo soffre di una grave carenza complessiva dell’organico dell’ufficio, che pesa sia sulla cosiddetta Procura ordinaria che sulla Direzione distrettuale antimafia. Nello specifico l’organico della Direzione distrettuale antimafia di Palermo è attualmente di 25 sostituti procuratori, a fronte di una pianta organica che prevede un numero complessivo di 61 unità. E’ del tutto evidente la situazione di criticità in cui l’ufficio complessivamente versa. In particolare, l’attuale dimensione della Dda è palesemente insufficiente, non solo rispetto all’organico previsto, quanto e soprattutto in relazione alla reale quantità di lavoro che la Direzione distrettuale antimafia di Palermo deve svolgere. E’ perfino superfluo rammentare quale sia e quanto sia radicata la presenza delle organizzazioni mafiose (in particolare Cosa nostra, ma non solo) nei territori di competenza, cioè le province di Palermo, Trapani e Agrigento. L’attuale numero dei magistrati componenti della Dda di fatto non consente di assumere iniziative strategiche nella gestione dei delitti commessi dalle organizzazioni mafiose, rischiando concretamente di ridimensionare il ruolo della Dda a semplice recettore di iniziative operate in via primaria dalla polizia giudiziaria. E ciò è in contrasto con lo spirito e la lettera della legge istitutiva delle Dda e della Dna, la Direzione nazionale antimafia. La grave carenza di organico impone di individuare un punto di equilibrio fra Procura ordinaria e Procura antimafia. Occorre bilanciare le necessità”. E adesso Maurizio De Lucia sottolinea: “Con l’aggiunta dei tre magistrati intendiamo rafforzare le inchieste contro la criminalità organizzata e gli insospettabili complici che provano a riorganizzare Cosa nostra, nonostante i colpi inferti in questi ultimi mesi”. Giacomo Brandini, Federica La Chioma e Giorgia Righi sono stati finora impegnati su vari fronti d’indagine, tra i reati contro la pubblica amministrazione e la violenza sulle donne. Adesso si occuperanno di mafia nell’ambito del pool diretto dal procuratore aggiunto Paolo Guido, il magistrato a cui l’ex procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha affidato l’incarico di coordinare tutti e tre gli ambiti della Dda, ossia Palermo, Agrigento e Trapani.