Nel covo di Matteo Messina Denaro è stata trovata una lettera scritta a sua figlia: “Da dare a Lorenza quando sarà pronta a leggere”. I dettagli.
Nel covo di Matteo Messina Denaro, in vicolo San Vito 4 a Campobello di Mazara, sua residenza dal giugno 2022 al 16 gennaio 2023, i Carabinieri del Ros hanno trovato anche una lettera che il boss ha scritto a sua figlia Lorenza, figlia di Francesca Alagna. Il manoscritto è saltato fuori da uno scaffale di libri. E nell’intestazione si legge: “Da dare a Lorenza quando sarà pronta a leggere, quando sarà avulsa dal condizionamento di terze persone”. Lorenza Alagna, 26 anni, secondo gli investigatori non ha mai conosciuto e incontrato il padre. Dopo l’arresto, e a fronte delle indiscrezioni secondo cui lei non si sarebbe recata in carcere per le visite con i familiari, ha ribadito: “Non l’ho mai rinnegato. Il resto sono affari miei. E’ vita privata”. E sui social le parole di lei una volta sono state: “Quanto vorrei l’affetto di una persona e, purtroppo, questa persona non è presente al mio fianco e non sarà mai presente per colpa del destino”. E, ancora una volta, nel giorno del compleanno di Matteo Messina Denaro, lei, Lorenza, la figlia, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un cuore rosso, senza alcun commento. E poi, ancora un’altra volta, intervistata dal Tg2 dietro le serrande abbassate della sua abitazione, rispose: “Non voglio rilasciare interviste, non voglio stare sotto i riflettori. Basta. Io sono una ragazza normalissima come tutte le altre. Voglio essere lasciata in pace. Dovete fare finta che io non esisto”. Quando Messina Denaro, firmandosi “Alessio”, avviò una corrispondenza, architettata e spiata dai servizi segreti, con l’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino, che si firmò come “Svetonio”, Messina Denaro così scrisse riferendosi alla figlia Lorenza: “Io non conosco mia figlia. Non l’ho mai vista. Il destino ha voluto così. Ha il destino di essere orfana di padre. Se la vita ha tolto a me per dare a lei mi sta bene. Spero che la vita si prenda tutto da me per darlo a lei. Non conoscere i propri figli è contro natura. Quando crescerà sarà in grado di capire e potrà giudicarmi. Non accetto il giudizio dei tribunali ma accetterò il giudizio di mia figlia”. Nel libro di Lirio Abbate intitolato “‘U Siccu” si racconta: “La ragazza aveva costruito un rapporto con un ragazzo che, a quanto pare, era inviso alla famiglia, che aveva provato a dissuadere sia lei che lui ma con risultati non molto incoraggianti. Quando uno dei familiari si è avvicinato al fidanzatino, lui gli ha risposto: ‘ti denuncio’. Con lei la reazione è stata simile: la ragazza ha continuato a frequentarlo finché il rapporto è finito per sua scelta”. Una insegnante supplente di Lorenza Alagna, la professoressa Fabiana Cusumano, tra l’altro ha raccontato: “Era una ragazza studiosa, attenta in classe, bene educata, forte e determinata. Lei stessa una volta mi disse: ‘Per voi può essere uno stragista, un criminale, un super boss. Per me resta mio padre’. Ho capito tutto il suo dolore. Consapevole di essere figlia di un boss, ma attraversata dall’amore imprescindibile per un genitore, chiunque esso sia, anche un mafioso”.