Effettuata una ricognizione dei detenuti in Italia sottoposti al regime del 41 bis. I palermitani sono la maggioranza: 83. Ecco i venti agrigentini.
A fronte del caso “Cospito” e delle polemiche insorte sull’applicazione del 41 bis, ovvero il regime carcerario che impone delle restrizioni per impedire contatti con l’esterno, è stata effettuata una ricognizione dei detenuti sottoposti alla misura preventiva. Si tratta di circa 200 prigionieri, di cui ben 83 sono palermitani. Gli agrigentini sono invece 20.
Luigi Boncori: ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Ravanusa, condannato a 20 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Xydi”.
Giancarlo Buggea, ritenuto ai vertici del mandamento mafioso di Canicattì, condannato a 20 anni anche lui nella “Xydi”.
Mario Capizzi, al timone della famiglia mafiosa di Ribera, condannato all’ergastolo perchè coinvolto nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Calogero Di Caro, storico capo del mandamento di Canicattì, condannato a 22 anni nell’inchiesta “Vultur” e a 20 anni nella “Xydi”.
Giuseppe Falsone, già capo provincia di Cosa Nostra agrigentina, condannato all’ergastolo.
Giuseppe Fanara, di Santa Elisabetta, condannato all’ergastolo per diversi omicidi. Tra le vittime il maresciallo Guazzelli.
Salvatore Fragapane, già capo provincia di Cosa Nostra agrigentina, detenuto dal 1995 e condannato all’ergastolo.
Stefano Fragapane, figlio di Salvatore, condannato all’ergastolo per diversi omicidi.
Francesco Fragapane, figlio di Salvatore, condannato a 14 anni di carcere nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Montagna”, per avere ricostituito e diretto lo storico mandamento che comprende tutta l’area montana dell’Agrigentino.
Joseph Focoso, condannato all’ergastolo per l’omicidio, tra gli altri, del maresciallo Guazzelli.
Vincenzo Licata, di Grotte, che sconta l’ergastolo.
Angelo Longo, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Cammarata, condannato all’ergastolo perché coinvolto nel sequestro di Giuseppe Di Matteo.
Antonio Massimino, condannato a 20 anni nell’ambito dell’inchiesta anfimafia “Kerkent”, ritenuto a capo della famiglia di Villaseta.
Giuseppe Messina, di Porto Empedocle, condannato all’ergastolo.
Gerlandino Messina, già vice capo provincia di Cosa Nostra agrigentina, condannato all’ergastolo.
Giuseppe Nugara, ritenuto a capo della famiglia di San Biagio Platani, condannato a 16 anni nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Montagna.
Giuseppe Putrone, fratello del collaboratore Luigi, di Porto Empedocle, ergastolo al 41 bis.
Ignazio Ribisi, di Palma di Montechiaro, ergastolo al 41 bis per l’omicidio di Pietro Giro.
Giuseppe Sicilia, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Favara, condannato a 18 anni e 8 mesi nell’inchiesta “Xydi”.