La prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta dal giudice Alfonso Malato, ha emesso sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione di quasi tutte le ipotesi di reato, tra falso e corruzione, contestate nell’ambito dell’inchiesta “Giano Bifronte”, ruotante intorno a presunte tangenti gravanti sull’istituto di credito Irfis per accedere al credito in mancanza dei requisiti. Il processo pertanto prosegue per le ipotesi di reato residue. I 17 imputati sono: Paolo Minafò, 51 anni di Palermo, Antonio Vetro, 48 anni di Favara, Angelo Incorvaia, 54 anni e Valerio Peritore, 50 anni di Licata. E poi i canicattinesi Angelo Sanfilippo, 61 anni, Calogero Curto Pelle 61 anni, Luigi Di Natali, 67 anni, Giovanbattista Bruna 70 anni, Pietro Carusotto, 61 anni. Vincenzo Scalise, 41 anni di Catanzaro e residente a Canicattì, Patrizia Michela Cristofalo, 42 anni di Palermo, Nicola Galizzi, 50 anni di Palermo, Ettore Calamaio 55 anni di Lercara Friddi, Calogero Messana, 43 anni di Ravanusa, Antonio Milioti 41 anni di Favara, Sebastiano Caizza, 39 anni di Campobello di Licata, e Gerlando Raimondo Lorenzano, 55 anni di Aragona.