Dopo Pasquale Pacifico al Tar, adesso Nicolò Marino è ricorso al Consiglio di Stato: il maxi processo al “sistema Montante” ancora in bilico tra Caltanissetta e Catania. I dettagli.
A seguito della nomina del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, ed ex assessore della Regione Siciliana, Nicolò Marino, a procuratore aggiunto di Caltanissetta, deliberata dal plenum del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, lo scorso 16 novembre, il processo al “sistema Montante”, in corso a Caltanissetta, sarebbe stato trasferito a Catania. Marino infatti è parte civile per una delle imputazioni contestate. Alla richiesta di trasferimento del processo, avanzata dall’avvocato Giuseppe Dacquì, difensore di alcuni imputati, si sono associati il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso e tutte le parti. Il 27 novembre il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha ufficializzato il trasferimento designando per la trattazione del processo il procuratore aggiunto di Catania, Agata Santonocito, già a lavoro al processo a carico di Raffaele Lombardo, e i pubblici ministeri, Valentina Margio e Luca Volino. Poi, invece, il 6 dicembre la nomina di Marino è stata sospesa e il processo “Montante” è stato trattenuto a Caltanissetta perché il Tar del Lazio ha accolto un’apposita richiesta di sospensiva presentata dal sostituto procuratore della Procura antimafia di Caltanissetta, Pasquale Pacifico, anche lui candidato all’incarico di procuratore aggiunto a Caltanissetta, e che ha ottenuto 9 voti dal Csm contro i 13 di Marino. 1 a 1 e palla al centro. La partita si vivacizza. E Nicolò Marino ha segnato il gol del vantaggio, 2 a 1. Infatti, lui, l’ex assessore regionale ai Servizi di pubblica utilità del governo Crocetta, ha impugnato innanzi al Consiglio di Stato la decisione del Tar del Lazio a favore di Pasquale Pacifico. E il nodo si complica. Infatti, dopo la sospensiva, il Tar del Lazio ha fissato l’udienza di merito il 10 maggio sul ricorso di Pacifico. Il Consiglio di Stato invece discuterà il ricorso di Marino il 17 gennaio. Il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, nell’aula bunker del Tribunale di Caltanissetta è in calendario la prima udienza del 2023 del processo al “Sistema Montante”, e molto probabilmente il dibattimento sarà rinviato a dopo il 17 gennaio, dopo la discussione al Consiglio di Stato del ricorso di Marino. E’ dunque in bilico tra Tar e Consiglio di Stato, e tra Caltanissetta e Catania, il maxi processo sul presunto “cerchio magico” di Antonello Montante. Ed è stato ribattezzato “maxi” perchè il presidente del Tribunale nisseno, Francesco D’Arrigo, nonostante il parere contrario della Procura e dei difensori degli imputati, ha riunito in un unico processo i due tronconi, con 13 e 17 imputati, dell’inchiesta imperniata sull’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, ovvero il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate con accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia, tramite scambi di favori ad elevatissimo livello tra le forze dell’ordine e non solo, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. In conclusione: se la partita giudiziaria la vincerà Pacifico, il maxi processo proseguirà a Caltanissetta. Se vincerà Marino ci si trasferirà armi e bagagli a Catania.