La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di un fisioterapista di Raffadali, imputato di violenza sessuale a danno di tre pazienti disabili. I dettagli.
Il 3 febbraio del 2021 i Carabinieri della Compagnia di Agrigento e del Nucleo operativo radio-mobile hanno arrestato ai domiciliari, nonostante la Procura avesse preteso la carcerazione in prigione, un operatore sanitario di Raffadali di 62 anni, Antonino Galvano, specializzato in fisioterapia, perché durante le sessioni di riabilitazione avrebbe violentato tre pazienti con disabilità fisiche e psichiche. Le indagini, protrattesi alcune settimane, sono state avviate a seguito della denuncia della madre di una ragazza che avrebbe mostrato insofferenza a recarsi alle sedute rivelando il perché. E i militari dell’Arma hanno utilizzato strumenti di intercettazione audio e video. E, secondo gli investigatori e i magistrati inquirenti, la condotta del fisioterapista è inequivocabile: lui, approfittando delle difficoltà fisiche, soprattutto mentali, delle pazienti, durante i trattamenti di fisioterapia avrebbe assunto atteggiamenti equivoci ma sessualmente espliciti, fino a compiere veri e propri atti di violenza sessuale sul materassino che non avrebbe consentito alle vittime di ribellarsi. I Carabinieri durante una seduta non proprio riabilitativa sono piombati nello studio del professionista, in una struttura convenzionata con l’Azienda sanitaria, allontanando l’operatore sanitario da una donna, che nel frattempo tentava di divincolarsi. L’inchiesta è stata coordinata dall’ex procuratore capo Luigi Patronaggio, e dalla sostituto procuratore, Paola Vetro, che adesso ha chiesto al Tribunale il rinvio a giudizio dell’imputato raffadalese. L’udienza preliminare si svolgerà al cospetto del giudice per le udienze preliminari, Micaela Raimondo. Le tre donne persone offese si sono costituite parte civile tramite gli avvocati Francesco Scopelliti, Giacomo Cortese e Maricetta Pintacuda. Galvano è difeso dall’avvocato Giuseppe Scozzari.