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Cassa Regione, Schifani a Roma

Domani il presidente della Regione, Renato Schifani, incontra a Roma il ministro Giorgetti sulle incombenze finanziarie in Sicilia. L’intervento sui termovalorizzatori.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, domani, giovedì, vola a Roma. Nella Capitale incontrerà il ministro dell’Economia, il commercialista della Lega, Giancarlo Giorgetti. Il suo obiettivo è ottenere aiuti economici per varare la manovra economica regionale, la cosiddetta finanziaria, da trasferire poi in Assemblea per l’approvazione entro il 31 dicembre, almeno secondo gli auspici. In base ai primi calcoli degli uffici preposti, la cifra che Palazzo d’Orléans chiederà al ministero ammonta a circa 600 milioni di euro. Si tratta di una somma che la Regione invoca come compensazione dei mancanti trasferimenti da parte dello Stato per l’aumento della spesa sanitaria che è stato coperto direttamente dalla Sicilia, quando invece la normativa in materia prevede la compartecipazione alla spesa di Stato e Regione. Schifani e Giorgetti discuteranno anche della redazione della legge di bilancio siciliana e dell’incognita legata al giudizio di parifica del rendiconto 2020 atteso il prossimo 3 dicembre. A tal proposito il presidente del collegio giudicante della Corte contabile ha fissato a dopodomani, venerdì, il termine ultimo per fornire altre eventuali contro-deduzioni a difesa dell’operato della Regione che ha dilazionato il pagamento di quasi 900 milioni di euro di disavanzo in 10 anni quando invece, secondo le contestazioni, avrebbe dovuto spalmare il debito in 3 anni. Nel frattempo il presidente della Regione interviene nel merito del dibattito, appena risollevato, sulla costruzione dei termovalorizzatori in Sicilia. E ribadisce: “E’ evidente che sui rifiuti non si può continuare ad andare avanti di emergenza in emergenza: la scelta strategica di realizzare i termovalorizzatori è ineluttabile per permettere alla Sicilia di risolvere il problema rifiuti in via definitiva. Bisogna lavorare con velocità su questo fronte. Musumeci mi ha detto che ne erano già previsti uno a Catania e uno a Gela: se da un punto di vista burocratico è tutto a posto, li faremo. Oggi i termovalorizzatori sono a prova di bomba dal punto di vista dell’inquinamento. Assicurerò subito gli atti necessari per realizzare i due impianti. Quello di Catania mi lascia sereno, nell’acciaieria. Su Gela verificherò se la procedura è in fase avviata. Il mio obiettivo è non sfidare il territorio. La mia idea rimane quella di un termovalorizzatore a Palermo, ma il mio dovere è verificare se la procedura per Gela è in fase avviata. Se ripartire da Palermo fa perdere un anno, preferisco Gela”.

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