Dopo 30 anni l’ex mafioso autista di Riina e poi collaboratore della Giustizia, Gaspare Mutolo, mostra per la prima volta in pubblico il suo volto.
Gaspare Mutolo ha conosciuto Totò Riina in carcere, nel 1965, e gli ha insegnato a giocare a dama. Poi, quando Mutolo è stato scarcerato prima di Riina, lui, Riina, ha salutato Mutolo così… ti faccio un regalo, quando sarai fuori stai quieto che prima o poi tanti se ne andranno al camposanto… Il primo luglio del 1992 Gaspare Mutolo ha iniziato a vuotare il sacco, segretamente, con il giudice Paolo Borsellino, e si ritiene che anche tale collaborazione tra il giudice e l’ex mafioso abbia accelerato l’esecuzione della strage di via D’Amelio. Fu un interrogatorio segreto ma non del tutto: Paolo Borsellino, agitato tanto da fumarsi due sigarette insieme, raccontò a Mutolo: “Ho incontrato Bruno Contrada, mi ha detto: ‘So che è con Mutolo, me lo saluti”. Di Gaspare Mutolo si è sempre conosciuto il volto da mafioso, da una foto del suo arresto, in bianco e nero. Adesso, Gaspare Mutolo, “Asparinu”, autista di Riina, poi collaboratore della giustizia tra i più preziosi, e adesso pittore, che a febbraio ha compiuto 82 anni di età, ha mostrato per la prima volta in pubblico il suo volto, a “Non è l’Arena”, di Massimo Giletti, su La7. Le sue parole: “Non credevo che arrivasse mai questo momento, ma è arrivato e ne sono contento. Vivo con una condanna a morte da 30 anni ma non ci faccio caso e sono contento e convinto di proseguire questa strada. Mi fa stare bene farmi vedere in tv. Ma sarei stato ancora più contento se accanto a me ci fosse stata anche mia moglie, che è morta sei anni fa. Lei avrebbe condiviso la mia scelta di farmi vedere in pubblico. Quando ci siamo sposati, quasi 60 anni fa, sapeva chi ero e condivideva tutte le scelte perché prima di me aveva scoperto che c’era in me qualcosa di buono”. Poi Gaspare Mutolo, passeggiando dopo tre decenni a Palermo, ha ricordato i primi 50 anni della sua vita, quando è stato “uomo del male”, prima che del bene. Mutolo si è soffermato anche sull’attuale e vivace dibattito sull’ergastolo ostativo. E ha affermato: “Se i mafiosi usciranno, torneranno a comandare. Gli stessi fratelli Graviano sperano nell’abolizione dell’ergastolo ostativo. E’ una cosa vergognosa quella che vogliono fare i politici. Come è vergognosa la cosa che vogliono eliminare il sistema dei collaboratori di giustizia. Tutto potevo pensare tranne che i collaboratori venissero maltrattati. Il vero pericolo sono gli avvocati che siedono in Parlamento, comandano più dei politici. Il terzo livello è quello che comanda e ha comandato sempre”. Poi l’intervista si è conclusa sui maggiori rischi di incolumità che adesso Mutolo e la sua famiglia dovranno affrontare. E lui ha replicato: “Io non ho mai avuto paura e se un giorno capirò che mi staranno per uccidere dirò grazie”.