Il presidente della Regione, Renato Schifani, a lavoro per sciogliere l’aggrovigliato nodo della formazione della giunta, e per fronteggiare il disavanzo.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, è impegnato nel farraginoso lavoro di composizione della giunta regionale e nel fronteggiare il disavanzo. Formato il governo nazionale, e nominati i vice ministri e i sottosegretari, adesso non vi è alcuna ragione per ritardare in Sicilia la nomina degli assessori, peraltro in prossimità della prima seduta d’insediamento dell’Assemblea Regionale, in calendario il prossimo 10 novembre. Uno degli oggetti della contesa più intricati è l’assegnazione della delega alla Sanità. Forza Italia pressa da tempo per ottenerla, e Gianfranco Miccichè, oltre che della manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, Daniela Faraoni, ha lanciato anche la proposta di Barbara Cittadini, presidente nazionale dell’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata. Secondo gli addetti ai lavori è molto improbabile che già il 10 novembre il presidente Schifani si presenti a Sala d’Ercole con gli assessori che, secondo la nuova normativa, dovranno giurare innanzi all’Assemblea insediata. Nel frattempo, all’inizio della prossima settimana, il 7 e l’8, all’Ars è prevista l’accoglienza dei deputati, con la tradizionale cerimonia, tra foto e consegna del kit del parlamentare. Ed in riferimento al disavanzo, si attende con ansia il giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti che, qualora fosse negativo, scatenerebbe una cascata di effetti a danno delle casse della Regione. Il centrodestra in tale ambito è compatto intorno a Schifani, e il deputato della Lega, Vincenzo Figuccia, assicura sostegno e afferma: “Sono ore cruciali per risolvere la spinosa questione relativa al disavanzo del bilancio della Regione dell’anno 2019. Sono certo che il presidente Renato Schifani saprà interloquire con la Sezione di controllo della Sicilia della Corte dei Conti per evitare che nel giudizio di parifica la Sicilia sprofondi in una situazione finanziaria di difficile gestione, per di più con lo spettro di una lunga e travagliata questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta”. La Corte dei Conti contesterebbe il pagamento a rate in 10 anni del disavanzo, anziché in 3. E a tal proposito Figuccia aggiunge: “E’ vero che l’accordo tra Stato e Regione per la spalmatura del debito in 10 anni è stato sottoscritto oltre un anno dopo dalle determinazioni del Parlamento regionale che, però, avevano anticipato la decisione formalmente preannunciata da un’intesa tra il governo regionale e quello nazionale. In ogni caso, qualsiasi decisione dovesse assumere il Parlamento in questa legislatura, la maggioranza in Aula farà quadrato attorno al presidente Schifani e sono convinto che l’atteggiamento delle opposizioni sarà di grande responsabilità nel bene esclusivo della Sicilia”.