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Il governo Schifani e l’incubo contabile

Sul prossimo governo Schifani gravano pesanti le incombenze contabili, dal bilancio alla finanziaria attraversando il giudizio di parifica della Corte dei Conti.

Il prossimo governo Schifani sarà atteso al varco dalla legge di bilancio e dalla prima finanziaria della diciottesima legislatura. Poi la giunta dovrà approvare il rendiconto 2021, che non è stato approvato a causa delle dimissioni anticipate del presidente della Regione e della conclusione del mandato governativo. E poi incombono i risultati della parifica del rendiconto 2020. A fronte del ritardo nella formazione del governo sarebbe ormai inevitabile il ricorso all’esercizio provvisorio, che consenta alla Regione di spendere in dodicesimi, e ciò al massimo per quattro mesi, da gennaio fino al termine ultimo del 30 aprile. Altrettanto difficile sarà procedere alla redazione della finanziaria a ritmo spedito, perché occorre che sia una manovra che non dovrà solo autorizzare la spesa ma, piuttosto, concretizzare le prime soluzioni alla crisi da caro bollette che tormenta e morde il tessuto produttivo e le famiglie. In tale ambito conforta che la Commissione europea abbia appena proposto di utilizzare fino a 40 miliardi di euro dai fondi di coesione per sostenere i cittadini e le piccole e medie imprese. Il giudizio della Corte contabile è indispensabile per accertare se siano necessarie delle somme per la copertura di un eventuale disavanzo. Il governo Musumeci con l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha lavorato per fissare in modo più certo l’ammontare reale del disavanzo della Regione. Con il rendiconto 2019, infatti, dopo una verifica di tutti i capitoli di bilancio, il dato del disavanzo si è assestato attorno ai 7 miliardi di euro, con un incremento, in quell’anno, di 2 miliardi. Da allora la questione non è stata più l’eventuale nuovo disavanzo da trovare ma il ripiano dello stesso. E’ stato quindi siglato l’ultimo accordo Stato-Regione che ha previsto, tra l’altro, il ripiano decennale del nuovo disavanzo, ovvero il pagamento di 10 rate all’anno, contestato però dalla Corte dei Conti che pressa per un ripiano triennale. Ed in riferimento ai problemi di contabilità relativi soprattutto al temuto giudizio di parifica, e ai ritardi che determineranno quasi certamente il ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio, il deputato degli Autonomisti, Roberto Di Mauro, già vice presidente dell’Assemblea Regionale, avverte: “La cassa della Regione non può rimanere chiusa a causa di ragioni di ordine tecnico per alcuni mesi all’anno, come è successo negli ultimi cinque anni. Un mandato di pagamento di gennaio non può essere incassato a luglio, e da agosto a novembre non si può rimanere con le casse bloccate. I conti sono il primo problema che Schifani dovrà affrontare. Dopo la definizione del contenzioso sulla compartecipazione alla spesa pubblica della Sanità, che vale oltre 600 milioni di euro all’anno per la Regione, (400 da quest’anno e poi gli arretrati da quantificare), è fondamentale trovare la modalità con cui mettere a regime la liquidità della Regione”.

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