L’ex avvocato di Canicattì, Angela Porcello, sotto processo in abbreviato per mafia, scrive una seconda lettera alla Procura di Palermo. I dettagli.
L’ex avvocato di Canicattì, Angela Porcello, 52 anni, arrestata il 2 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Xydi”, e sotto processo in abbreviato, si è candidata, ma è stata al momento bocciata, quale collaboratrice della Giustizia, ma non ha ancora ottenuto il “green pass” per la collaborazione dai magistrati, che ritengono le sue dichiarazioni superficiali e inconsistenti. Lei, Angela Porcello, è stata legata da un rapporto prima professionale e poi sentimentale con Giancarlo Buggea, imprenditore presunto mafioso di Canicattì, anche lui, come lei, arrestato lo scorso 2 febbraio. La relazione tra lui e lei sarebbe stata ufficiale, e ne sarebbero stati a conoscenza i clan agrigentini, di cui lei sarebbe stata una sorta di “consigliori” e cassiera strumentalizzando la sua professione di avvocato. Adesso Angela Porcello ha scritto una lettera, la seconda, al procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido, con delega di indagine sulla mafia agrigentina, ravvisando paura, timore e angoscia per sua figlia, il suo ex marito, sua madre e il suo avvocato, Giuseppe Scozzari, per le dichiarazioni spontanee rese in aula da Giancarlo Buggea di – afferma lei – “istigazione nei sui confronti”. L’ex avvocato rilancia la volontà di collaborare e di essere inserita nel programma di protezione di lei e dei suoi familiari, e annuncia di essere nelle condizioni di rendere nuove rivelazioni su omicidi, traffici illeciti e gestione di latitanti. E nelle tre pagine scritte a stampatello spiega: “Buggea in udienza ha lanciato messaggi di istigazione ai miei danni. Lui ha sempre detto che chi non è con lui è contro di lui. Adesso ha rivolto dei messaggi di istigazione indirizzati a gregari che non sono in carcere. Lui è stato capace di ordinare un’aggressione ai danni di un associato perchè lo aveva offeso”. E poi aggiunge: “Nel mio lungo periodo di solitudine, sono pronta a riferire di spunti di indagine attinenti a omicidi, latitanti tenuti nella casa baronale e in alcuni terreni gestiti da Buggea, e alla ricerca e individuazione dei luoghi di dimora di un collaboratore di giustizia”. La lettera della Porcello è stata depositata agli atti dal pubblico ministero Claudio Camilleri in occasione dell’ultima udienza al processo in abbreviato in corso innanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Paolo Magro, e a carico di venti imputati inquisiti nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Xydi”. L’ex avvocato Porcello è stata assente: “Non voglio incrociare lo sguardo di Buggea”.