Da oggi, a 15 giorni dal voto, è silenzio elettorale in riferimento ai sondaggi. Il Partito Democratico crede nella rimonta: gli interventi di Barbagallo e Chinnici.
Da oggi, a 15 giorni dal voto, così come impone la legge in materia, è silenzio elettorale in riferimento ai sondaggi. Stop alle valutazioni e alle stime delle percentuali di consenso verso partiti, coalizioni e candidati alla presidenza della Regione Siciliana oltre che ai seggi di Camera e Senato. Dalle ultime rivelazioni sono emersi dati poco confortanti per il Partito Democratico siciliano e l’aspirante governatrice, Caterina Chinnici, ma il segretario regionale, Anthony Barbagallo, crede nella rimonta e afferma: “Da oggi stop alla divulgazione dei sondaggi elettorali, così come prevede la norma. I sondaggi dicono di tutto e di più: di certo c’è che l’unica alternativa vera al centrodestra è la nostra proposta, ovvero la candidata presidente Caterina Chinnici che sosteniamo assieme a Claudio Fava. Mancano 15 giorni al voto e noi siamo convinti di potere compiere la rimonta sulla coalizione di destra che si è riunita attorno a Renato Schifani, così come attestato ad esempio da Tecnè e da Youtrend che confermano un distacco che diminuisce sempre più. Questo non solo perché hanno dimostrato totale inadeguatezza e inaffidabilità con il governo guidato da Nello Musumeci, ma soprattutto perché la serietà, la concretezza, l’esperienza, il dialogo, la competenza e il confronto – tutte qualità che caratterizzano Caterina Chinnici – stanno facendo breccia sulle siciliane e sui siciliani che si rendono conto che il voto alla Chinnici è l’unico modo per dare il via alla svolta di cui la nostra Isola ha assoluta necessità” – conclude Barbagallo. E condivide dal fronte della prima linea la stessa Caterina Chinnici, che rilancia: “Con tutto il rispetto per i sondaggi e per chi li fa, cosa non facile, credo comunque che ci siano ancora troppe variabili per immaginare un risultato. Ci sono ancora 15 giorni che saranno determinanti per gli indecisi e per convincere quelli che non pensano di andare a votare a recarsi, invece, alle urne”. E sui due punti cardine dei programmi amministrativi caratterizzanti l’attuale campagna elettorale, ovvero l’emergenza infrastrutturale e dei rifiuti, la Chinnici non oppone un netto ‘no’ al ponte sullo Stretto di Messina né ai termovalorizzatori, e ribadisce: “Per quanto riguarda il ponte bisognerà prima risolvere il nodo delle strade e delle altre infrastrutture interne, poi si valuterà anche sulla base dello studio di fattibilità che sarà pronto nel 2023. Sui rifiuti serve un piano organico e spingere sulla differenziata. Soltanto in seguito si dovrà ragionare sul come eliminare quegli scarti non riutilizzabili e che vanno diversamente eliminati”.