Altro vertice di coalizione del centrosinistra per la definizione del programma di governo. Confronto con i 5 Stelle. Chinnici: “No alle candidature di inquisiti”.
A Caltanissetta si è concluso un secondo vertice di coalizione per la definizione del programma di governo. E la candidata presidente della Regione, Caterina Chinnici, riferisce: “Sulla base dei contributi forniti dai partiti per la stesura del programma, ho predisposto una prima sintesi che è stata discussa e consegnata, e sulla quale i partiti faranno nelle prossime ore le ulteriori valutazioni”. Nel corso della riunione sono stati discussi i nove punti tra le priorità del programma avanzati dal Movimento 5 Stelle, come la contrarietà agli inceneritori e l’avvio di nuove forme di gestione legate all’economia circolare dei rifiuti. E poi ci si è confrontati sulla sanità e sulla futura agenda legislativa, ad esempio in riferimento alla riforma dei consorzi di bonifica. Tra le proposte emerse vi è stata quella di snellire la struttura degli assessorati e, su iniziativa di Caterina Chinnici, di costituire un assessorato specifico attinente ai giovani. E la stessa Chinnici ha richiesto espressamente di escludere dalle liste tutti coloro che hanno procedimenti penali pendenti e problemi con la giustizia. In una lettera recapitata ai segretari provinciali del Partito Democratico che hanno il compito di formare le liste dei papabili candidati si legge: “Si fa presente che la nostra candidata alla Presidenza della Regione, Caterina Chinnici, ha precisato che la sua disponibilità è condizionata alla circostanza che non ci siano candidati all’Assemblea Regionale Siciliana con procedimenti penali pendenti nelle liste che la sostengono. Pertanto, anche in coerenza con le disposizioni statutarie, si invitano le Federazioni provinciali a regolarsi di conseguenza”. E dunque, di conseguenza, uno dei big del Partito Democratico siciliano che rischierebbe di non potersi candidare è Giuseppe Lupo, attuale capogruppo a Sala d’Ercole. Lupo è imputato per corruzione in un processo nell’ambito del più ampio “Scandalo Saguto”. Il deputato potrebbe però essere “graziato” (tra virgolette) perché, oltre a godere della stima della Chinnici, è stato uno dei primi sostenitori della sua candidatura alle primarie. Inoltre il codice etico del Pd prevede che l’incandidabilità sia applicabile solo per alcune tipologie precise di reati, e il reato contestato a Lupo non rientrerebbe tra questi. E rischia anche il segretario del Partito democratico di Catania, Angelo Villari, che è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’amministrazione Bianco per il dissesto del Comune di Catania.