La presentazione delle liste dei candidati del Partito Democratico provoca tensioni anche in Sicilia. Tra l’altro, Antonello Cracolici ha rinunciato alla candidatura.
Dopo la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni Politiche da parte del Partito Democratico non si placano le tensioni interne, anche in Sicilia, dove il deputato regionale e già capogruppo del Pd all’Assemblea, Antonello Cracolici, ha rinunciato alla candidatura al Senato. E spiega: “Considero un grave errore politico avere indicato, nelle posizioni eleggibili nei due collegi siciliani, due persone che non hanno un radicamento in Sicilia. Il Senato, anche per legge, è espressione delle regioni italiane. Il Partito Democratico ha deciso di non dare voce alla Sicilia nel Senato della Repubblica. Questo errore è tanto più grave perché avviene nello stesso giorno, il 25 settembre, in cui i siciliani sono chiamati ad eleggere il nuovo governo e i parlamentari della Regione. Neanche Renzi, che ha fatto una carneficina con le liste fatte per la Sicilia cinque anni fa, aveva scelto parlamentari non siciliani per rappresentare la Sicilia al Senato. La mia amarezza è secondaria rispetto alla gravità dell’errore politico fatto che, temo, peserà sull’esito del voto. La vita va avanti” – conclude. E non è stato escluso ma quasi Carmelo Miceli, parlamentare e primo degli eletti in Consiglio comunale a Palermo nel Pd, che nella lista Sicilia 1 per la Camera è terzo dietro a Giuseppe Provenzano e Teresa Piccione. Tuttavia Miceli ha deciso di proseguire e di non ritirare la propria candidatura. E altrettanto spiega: “Ho appreso della mia posizione in lista durante la direzione. Per chi ancora non lo sapesse, è una posizione ‘non eleggibile’. Coloro che si trovano nella mia stessa condizione stanno comunicando la loro volontà di non accettare. Io, invece, accetterò la candidatura, anche se ‘di servizio’. Accetterò perché il Partito Democratico, la mia comunità, come spesso accade, è in difficoltà. Non c’è spazio per ‘aventini’ o polemiche, e il disimpegno di anche solo uno dei nostri dirigenti o elettori può produrre conseguenze inimmaginabili”. E rincara la dose Antonio Rubino, componente della Direzione regionale del Pd: “C’è un gioco subdolo, pericoloso e denso di cattiveria che da anni prova a distruggere ogni forma di pensiero di sinistra dentro il Partito Democratico. Ormai ci siamo quasi ma credo che chi viene da quella storia abbia il dovere morale di non mollare, di combattere e di ripensare ad un campo progressista vero ed alternativo al gioco perverso che c’è in atto”. Ed è stato del tutto escluso il già segretario regionale del Partito Democratico, Fausto Raciti, che commenta: “Il Partito democratico ha deciso di non ricandidarmi alle elezioni Politiche. Posso fare a meno del Parlamento e soprattutto il Parlamento può fare a meno di me, ci sono esclusioni certo più significative. Continuerò la mia militanza senza farmi risucchiare dal vortice di rancori che continua a dominare i cicli politici del Pd. Ho un’esperienza ricca, di cui sono profondamente grato alle persone che mi hanno accompagnato negli anni alla guida della Sinistra giovanile, dei Giovani democratici e del Partito democratico in Sicilia”.