Musumeci sonda gli alleati di governo sull’eventualità delle elezioni Regionali anticipate. Il Movimento 5 Stelle: “Improponibile in Sicilia il ‘campo largo” targato Pd”.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, dovrebbe dimettersi entro martedì 9 agosto per accorpare il voto delle Regionali alle Nazionali del 25 settembre. Nel frattempo, in attesa del “tavolo romano” dei vertici del centrodestra, in programma tra martedì o mercoledì della prossima settimana, Musumeci ha ritenuto opportuno sondare gli attuali alleati nella coalizione del suo governo nel merito dell’eventuale scelta di dimettersi e anticipare le elezioni Regionali. Ebbene, secondo quanto trapelato, tutti avrebbero risposto: “non siamo d’accordo”. Dunque, se al momento risulterebbe divisiva la candidatura di Musumeci per il secondo mandato, lo sarebbe allo stesso modo l’eventualità delle elezioni anticipate a seguito delle sue dimissioni, su cui, invece, presserebbe “Fratelli d’Italia”, primo sponsor del governatore. E sul fronte opposto incombe incertezza e disorientamento dopo la caduta del governo ad opera in primis del Movimento 5 Stelle, e poi di Forza Italia e Lega. Il Movimento 5 Stelle non ravvisa possibilità di alleanze con il Partito Democratico nell’ambito del cosiddetto “campo largo”. E il capogruppo all’Assemblea Regionale, Nuccio Di Paola, afferma: “Se si dovesse andare in Sicilia all’Election day, come facciamo a spiegare ai cittadini che per le Nazionali siamo divisi e per le Regionali siamo alleati? Come facciamo a raccontare due visioni diverse? E’ semplicemente improponibile. Detto ciò, ad oggi non ho capito qual è il cosiddetto ‘campo largo’ di cui parla in questi giorni il Partito Democratico. Noi stiamo costruendo un’alternativa a Musumeci, se ci stanno ok, altrimenti si vedrà. Noi non vogliamo un fritto misto”. E poi Di Paola, in prospettiva, aggiunge: “Dal nostro punto di vista, noi siamo coerenti sulla creazione di un fronte progressista che deve essere inclusivo, soprattutto nei confronti della società civile. Ci sono degli alleati in questa coalizione, dai ‘Cento passi’ di Fava alla Sinistra italiana, dai Verdi al Psi: a me non sembra che questi componenti siano pronti a un fronte così largo, esteso anche a pezzi di Forza Italia. Quindi questa è una riflessione che deve fare il Partito Democratico. E’ il Pd che si sta portando fuori dal fronte progressista. Valuteremo in questi giorni cosa fare. Il Pd sta cambiando visione, il governo Draghi era sostenuto da varie forze politiche ma lo abbiamo sempre definito un governo di tenuta nazionale in un periodo particolare, ma se questa diventa adesso una visione politica allora le cose cambiano. C’è un grossissimo disagio sociale ed economico, e vogliamo parlare alle persone in difficoltà, che dall’Agenda Draghi sono escluse”.