Secondo legge in Sicilia non è possibile, per ragioni di tempo, accorpare le elezioni Nazionali con le Regionali il 25 settembre. A meno che Musumeci si dimetta.
A seguito di quanto accaduto a Roma, se il presidente della Regione, Nello Musumeci, si dimettesse subito dalla carica, come più volte paventato da indiscrezioni, sarebbe possibile l’Election day, ovvero l’accorpamento delle elezioni Nazionali con le Regionali in Sicilia il 25 settembre, giorno già deciso con decreto per le elezioni Politiche e ultima data utile per lo svolgimento delle Politiche allorchè il termine dei 70 giorni dallo scioglimento delle Camere, sciolte ieri, scade il 29 settembre, che è giovedì, e quindi, arretrando alla domenica precedente, l’ultima disponibile è domenica 25 settembre. E così è stato. Dunque da oggi mancano 65 giorni alle elezioni Nazionali, e il tempo a disposizione non consente le elezioni anticipate in Sicilia al 25 settembre, a meno che Musumeci si dimetta. Infatti, legge alla mano, in Sicilia vi sono sei finestre per il voto: le quattro domeniche prima del 5 novembre (quando si votò nel 2017) e le due successive. Dunque, al momento ecco le date delle possibili elezioni Regionali: 9 ottobre, 15 ottobre, 23 ottobre, 30 ottobre, 6 e 13 novembre. Nel frattempo lo stesso Musumeci commenta gli esiti della crisi di governo: “E’ giunta la conferma delle previsioni fatte da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia nel febbraio del 2021 quando si è insediato il governo Draghi, ovvero che Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non hanno mai avuto a cuore gli interessi della Nazione, ma, come si è visto, quelli del proprio partito e delle proprie poltrone. Ora possiamo dire che avevamo ragione, anche se lo facciamo con rammarico per il tempo perso appresso ai capricci del centrosinistra. E’ tempo dunque di ridare la parola ai cittadini, di renderli nuovamente protagonisti come richiede una sana democrazia. Gli italiani meritano di scegliere un nuovo Parlamento e una nuova maggioranza, una coalizione vera e coesa, frutto della volontà popolare e unita da una visione chiara e condivisa del futuro, in grado di dare all’Italia un governo stabile e forte”.