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“Viaggi della speranza”, inversione di tendenza

Radicale inversione di tendenza nei viaggi della speranza nella Sanità in Sicilia: solo il 7,8% ricorre a strutture sanitarie oltre lo Stretto. L’intervento dell’assessore Razza.

La Sicilia e i viaggi della speranza: prima, almeno fino agli anni ’70, verso il nord Italia o all’estero, alla ricerca di lavoro e benessere. Poi successivamente e ancora oggi l’emigrazione dei talenti, la cosiddetta “fuga dei cervelli”, ovvero coloro, soprattutto giovanissimi, con elevato profilo culturale e professionale ma con nessun sbocco nel lavoro. E poi, probabilmente da sempre, i viaggi della speranza nella Sanità, quindi il ricorrere a strutture sanitarie fuori Sicilia per ottenere cure adeguate. Ebbene adesso almeno i viaggi della speranza “sanitaria” registrano una inversione di tendenza. Così emerge da un report appena reso pubblico dall’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, e dal dirigente generale del Dipartimento, Mario La Rocca, riguardante la mobilità passiva ospedaliera in Sicilia. Dai dati emerge che dal 2021 solamente il 7,8 percento dei siciliani ha lasciato l’Isola per farsi curare in altre regioni. “Per la prima volta – afferma Razza – scendiamo sotto l’8% di mobilità. Ed è un segnale di efficienza della Sanità sotto ogni aspetto. Inoltre, per la Regione, si tratta di un risparmio di circa 50 milioni di euro. Il 62% delle prestazioni rese ai cittadini è stato coperto l’anno scorso dal sistema pubblico, e il 30% dal sistema privato. Il pubblico dimostra di fare il proprio mestiere non occupandosi solo di attività emergenziali. E, grazie al contributo del sistema privato, i siciliani ricevono in regione il 92% delle prestazioni”. L’assessore ha sottolineato un dato in particolare: “Per la prima volta il saldo mobilità va sotto i 180 milioni, e non per l’emergenza Covid ma perché c’è stata la capacità di produrre in Sicilia 43 milioni di euro di prestazioni sanitarie in più: quindi offrire ai siciliani la possibilità di trovare cure nella propria regione. Questo non significa che non ci siano criticità, come liste attese che a volte vanno oltre il decoroso”. Per Razza “quella attuale è la fotografia di una programmazione, partita dal 2018, che si prefissata degli obiettivi e che adesso presenta un consuntivo positivo”. Meno roseo è il panorama se si guarda ad alcuni dettagli. La Sicilia, ad esempio, si riscopre sempre più obesa e aumentano i cittadini che decidono di farsi curare da strutture oltre lo Stretto. “Il problema dell’obesità – conferma Razza – è il vero elemento di novità di questo rapporto. In passato ai primi posti c’erano altre patologie. Quella dell’obesità compare adesso. Nel 2021 il 3% degli interventi extra-regionali ha riguardato l’obesità, 710 pazienti in totale. In testa nei “viaggi” fuori dall’Isola ci sono gli interventi di ortopedia e traumatologia (6%), onco-ematologia (4%) e protesi vertebrali (4%).

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