No all’aggravante mafiosa, due prescrizioni e un’assoluzione: nessun colpevole per il depistaggio delle indagini dopo la strage di Via D’Amelio. I dettagli.
Lo scorso 11 maggio la Procura di Caltanissetta, dopo 70 udienze e l’ascolto di 112 testimoni al processo iniziato il 5 novembre del 2018, ha concluso la requisitoria nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Gli imputati, di calunnia aggravata dall’avere favorito la mafia, sono tre poliziotti: il funzionario Mario Bo, ex capo del gruppo d’indagine “Falcone – Borsellino” diretto dal defunto Arnaldo La Barbera, e gli ispettori in pensione Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che si occuparono della tutela di tre falsi pentiti, Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Salvatore Candura. Bo, Mattei e Ribaudo avrebbero suggerito ai tre falsi collaboratori la versione da fornire agli inquirenti e i nomi da indicare quali responsabili della strage. La falsa verità, a cui tanti anni i giudici hanno creduto, ha nascosto i veri colpevoli, ed ecco perchè la Procura sostiene che la calunnia abbia favorito la mafia. Ed è costata la condanna all’ergastolo a sette innocenti, poi scarcerati, e che si sono costituiti parte civile in giudizio. Le richieste della Procura nissena alla sezione del Tribunale presieduta da Francesco D’Arrigo: 11 anni e 10 mesi di reclusione a carico di Mario Bo, e 9 anni e 6 mesi di detenzione ciascuno per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Il procuratore capo, Salvatore De Luca, intervenuto in occasione dell’ultima udienza riservata alle conclusioni della requisitoria condotta dal pubblico ministero, Stefano Luciani, ha dichiarato: “Io sono qui per testimoniare che le conclusioni di questa requisitoria non rappresentano il convincimento isolato di uno o due pubblici ministeri di udienza. Tutta la Procura di Caltanissetta le condivide. I plurimi e gravi elementi depongono tutti nel senso che il depistaggio ha voluto coprire delle alleanze, delle cointeressenze di alto livello di Cosa Nostra”. Ebbene, il Tribunale, dopo 10 ore di camera di consiglio, ha emesso sentenza. Non ha riconosciuto sussistente l’aggravante dell’avere favorito la mafia. Pertanto, e di conseguenza: le imputazioni a carico di Mario Bo e Fabrizio Mattei sono state dichiarate prescritte. Michele Ribaudo è stato invece assolto nel merito con la formula “perchè il fatto non costituisce reato”. Secondo alcune interpretazioni della sentenza, in attesa che siano depositate le motivazioni, i giudici non hanno escluso il depistaggio, hanno ritenuto che Mario Bo e Fabrizio Mattei fossero consapevoli delle false dichiarazioni di Scarantino, ma che non abbiano agito al fine di favorire Cosa Nostra. Il Tribunale ha inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura relativi al falso pentito Vincenzo Scarantino, affinchè si proceda per calunnia e falsa testimonianza. E l’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale della famiglia Borsellino parte civile, commenta: “Sarà decisivo leggere le motivazioni per capire gli aspetti che potranno costituire i motivi di appello. Il Tribunale non ha accolto la nostra ricostruzione, specie rispetto all’aggravante. Il dato che evidenzio è che Bo e Mattei hanno commesso la calunnia, quindi la prescrizione li salva perchè sono fatti di 30 anni fa, ma l’elemento della calunnia resta”. E il difensore di Mario Bo, l’avvocato Giuseppe Panepinto, commenta: “E’ una sentenza che non ci soddisfa perché riteniamo che i nostri assistiti sono completamente estranei ai fatti contestati. Leggeremo le motivazioni e capiremo il da farsi”. E il difensore di Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, l’avvocato Giuseppe Seminara, commenta: “La sentenza è stata esaustiva perché ha rinviato gli atti in Procura per il reato di calunnia nei confronti di Scarantino. Allora ritenere che la calunnia da parte sua vi sia stata e assolvere Ribaudo significa che anche in questo processo Scarantino è stato ritenuto un calunniatore, come in tanti processi precedenti, e Ribaudo è stato assolto. Il fatto che sia stata dichiarata la prescrizione non significa affatto che siamo in presenza di elementi univoci sulla responsabilità di Bo e Mattei. Dovremo analizzare le motivazioni per capire il percorso dei giudici. Certamente è stata esclusa l’aggravante. Ove vi fosse un solo elemento nella sentenza che possa turbare l’onore dei miei assistiti presenteremo appello”.