Il Centro d’accoglienza di Lampedusa è al collasso. L’intervento del ministro Lamorgese e del vescovo Damiano. Oggi e domani i trasferimenti.
In occasione della stagione estiva, come ormai da due decenni, si ripropone il problema dell’intensificarsi dei flussi di migranti verso Lampedusa, e del centro d’accoglienza sovraffollato fino all’inverosimile, come adesso, dove sono oltre duemila gli ospiti a fronte di una capienza di 350 posti. Peraltro la struttura in contrada “Imbriacola” ha già subito due incendi, ad opera di alcuni migranti poco compatibili con la civiltà, e i danni persistono ancora sottraendo spazio tra i padiglioni. E da ormai due decenni si ripropongono anche le buffonate del dito puntato verso l’Europa, che non interviene, che non modifica il trattato di Dublino, che dovrebbe agire sugli Stati nordafricani dove lavorano i trafficanti e da cui partono gli immigrati, che dovrebbe adoperarsi per un’equa distribuzione dei migranti tra i vari Stati d’Europa, tutti o nessuno, che non potenzia i controlli in mare, che non valuta il blocco navale, e tanto altro. Dunque, nel rispetto della tradizione, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha dichiarato: “E’ un problema che ogni estate noi vediamo. Ed è un problema che riguarda l’Italia ma anche gli altri Paesi europei per la pressione migratoria che alcuni Paesi mediterranei hanno. Certamente siamo sotto pressione e cercheremo di fare il tutto possibile per evitare che ci siano affollamenti negli hot spot che però quando arrivano i migranti sono purtroppo inevitabili. Oggi la nave San Marco della Marina militare trasferisce da Lampedusa circa 600 migranti, dando la precedenza alle persone vulnerabili. I trasferimenti continueranno poi nella giornata di domani, domenica, con l’impiego di altre unità navali della Guardia di finanza e della Guardia costiera”. E ieri sera al Centro d’accoglienza di Lampedusa è giunta, in sopralluogo, il direttore centrale dei Servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, il prefetto Michela Lattarulo, del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno. E il vescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, conferma l’andazzo parolaio intorno alla questione, e commenta: “Sono trascorsi 9 anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa e ciò che accadde in quegli anni continua ad accadere: uomini, donne e bambini in fuga. Fratelli e sorelle continuano a morire nel Mediterraneo e non solo. Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Non è emergenza, è movimento di popoli in fuga. Urge un sistema per una accoglienza degna, trasferimenti rapidi e vie legali d’accesso. Adesso!”.